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Pontelatone. Questa sera fede e tradizione per celebrare il lavoro contadino

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L’intera comunità cittadina si mobilita per animare una serata d’inverno, intorno alla figura Sant’Antonio Abate

La Redazione – Anche quest’anno la Pro-Loco Pontelatone rinnova l’evento della festa di Sant’Antonio Abate in collaborazione in collaborazione con l’Amministrazione Comunale e l’Azione Cattolica parrocchaile e e un gran numero di volontari appassionati di tradizioni e e dello stare insieme in modo sano.
Questa sera, alle 19.00, intorno ad un falò, in piazza Francesco Cutillo, si ricorderà il Santo protettore degli animali domestici, del bestiame e del lavoro del contadino: tutta la cittadinanza è stata inviata a partecipare portando con sè gli animali domestici, quei tanti che nei cortili di tutte le case di piccoli borghi rurali come Pontelatone, non mancano.
Una festa e una tradizione che mette insieme fede, tradizione e floklore, comune a molti paese del Sud, e che riunisce generazioni nel ricordo dei tempi passati, quando uomo, campagna e animali domestici erano una simbiosi di ritmi, cadenze, abitudini.
Al termine del rito sacro seguirà la degustazione di prodotti tipici locali offerti gratuitamente da ristoranti e agriturismi locali accompagnati dall’ottimo bicchiere di vino “Casavecchia di Pontelatone”.

Sant'Antonio_Abate_(Moretto)Antonio abate è uno dei più illustri eremiti della storia della Chiesa. Nato a Coma, nel cuore dell’Egitto, intorno al 250, a vent’anni abbandonò ogni cosa per vivere dapprima in una plaga deserta e poi sulle rive del Mar Rosso, dove condusse vita anacoretica per più di 80 anni: morì, infatti, ultracentenario nel 356. Già in vita accorrevano da lui, attratti dalla fama di santità, pellegrini e bisognosi di tutto l’Oriente. Anche Costantino e i suoi figli ne cercarono il consiglio. la sua vicenda è raccontata da un discepolo, sant’Atanasio, che contribuì a farne conoscere l’esempio in tutta la Chiesa. Per due volte lasciò il suo romitagio. La prima per confortare i cristiani di Alessandria perseguitati da Massimino Daia. La seconda, su invito di Atanasio, per esortarli alla fedeltà verso il Concilio di Nicea. Nell’iconografia è raffigurato circondato da donne procaci (simbolo delle tentazioni) o animali domestici (come il maiale), di cui è popolare protettore. (fonte Avvenire).
Emblema: Bastone pastorale, Maiale, Campana, Croce a T.
Tanti furono i suoi discepoli da essere chiamato “padre dei monaci”.

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