Un gravoso ammonimento per Poste Italiane della Campania alla vigilia della privatizzazione dell’Azienda. Come “finirà” il servizio pubblico reso fino ad ora dall’Azienda?
La Redazione – Con una lettera di ben 20 pagine, che porta la data del 21 gennaio, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), multa pesantemente Poste Italiane della Campania.
A differenza degli anni precedenti, a partire dal 2012 i crescenti disservizi resi ai privati cittadini e al Pubblico, hanno impoverito la qualità di un lavoro di cui si è storicamente sottolineato il ruolo e il valore sociale che esso ha avuto per l’Italia intera (Nella tabella in basso Poste Italiane indica gli eventi critici e le ripercussioni sul servizio reso all’utenza).
E il territorio Alto Casertano è uno di quelli coinvolti nella complicata gestione dell’Azienda in Campania. Ormai sono trascorsi mesi da quando imperversano le polemiche di cittadini e sindaci per il mancato recapito della posta, ma il problema non sembra limitarsi solo a questo.
L’Agcom in un lungo citare di leggi e decreti, norme e obblighi; in un susseguirsi di articoli denuncia un peggioramento dell’8% dei servizi rispetto al parametro di qualità previsto. Nella stessa lettera, l’Autorità riporta le “giustificazioni” individuate da Poste Italiane di fronte all’accaduto. Pare che il problema maggiore sia legato proprio al Capoluogo, dunque a scioperi, rapine, interruzione dei lavori, inadempienze delle agenzie di recapito associate che inevitabilmente come effetto boomerang si stiano riversando sull’intero funzionamento del servizio regionale. Non sono tuttavia citati i disservizi come quelli che riguardano più da vicino l’Alto Casertano che invece, a causa dei tagli al personale ha visto ridursi notevolmente il numero di portalettere ed impoverire ulteriormente il servizio dell’Azienda.
Nella Delibera dell’Agcom (riportata sotto) si accettano solo parzialmente le “scuse” e le “giustificazioni” di Poste Italiane, e con “Leggi alla mano”, tirando le somme, giunge la multa di 300mila euro.
Tutto questo alla vigilia dell’avvio della privatizzazione dell’azienda. Nasce spontanea, allora, la domanda: quale sarà il ruolo di servizio pubblico del recapito? Chi garantirà la consegna delle lettere nelle zone a bassa densità di popolazione ma con un territorio vasto come il nostro?
Di seguito, il testo concluusivo della lettera dell’Autorità a firma del Segretario generale Francesco Sclafani in cui l’Agcom DELIBERA:
Articolo 1
1. In sede di controllo della qualità del servizio è stato rilevato che, nel periodo 1° gennaio 2012 – 31 dicembre 2012, relativamente al servizio di posta non massiva espletato nella Regione Campania, la società Poste Italiane S.p.A. non ha realizzato l’obiettivo di qualità stabilito dall’articolo 4, comma 1, del decreto ministeriale del 1° ottobre 2008.
2. La divergenza dall’obiettivo di qualità previsto per il servizio di posta non massiva espletato nella Regione Campania nell’anno 2012 è la seguente:
Parametro di qualità 85% J+1
Risultato conseguito 76,75% J+1
Scostamento -8,25%
3. Si riconosce parzialmente l’esimente della causa di forza maggiore in relazione all’eccezionale incremento del numero di eventi criminosi ai danni di Poste Italiane verificatisi nel corso del 2012 nella Regione Campania (triplicati rispetto all’anno precedente).
4. Per il calcolo della penale prevista dall’art. 5, comma 7, del Contratto di Programma, agli 8,25 punti di scostamento rilevati dal rapporto di monitoraggio di IZI per l’anno 2012, vengono detratti 1,77 punti percentuali, corrispondenti alla perdita di qualità dovuta all’eccezionale incremento del numero di eventi criminosi di cui al precedente comma 3.
5. Ai sensi di quanto specificato al comma 4, lo scostamento rilevante ai fini dell’applicazione della penale risulta pari a 6,48.
6. A ciascuno dei risultanti 6 punti unitari di scostamento è applicata una penale pari a euro 50.000 (cinquantamila), per un totale di euro 300.000 (trecentomila).
7. La presente delibera è notificata a Poste Italiane S.p.A. e, per il seguito di competenza, al Ministero dello sviluppo economico e pubblicata sul sito web dell’Autorità.
Roma, 21 gennaio 2014