Home Arte e Cultura Omaggio ad Enrico Caruso, un talento di “sangue matesino”

Omaggio ad Enrico Caruso, un talento di “sangue matesino”

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Il 25 febbraio 1873 nasce il tenore Enrico Caruso, per pochi mesi matesino “mancato”

Giovanna Corsale – Esattamente 141 anni fa nasceva Enrico Caruso, celeberrimo tenore, anzi “il” tenore, come sostengono gli esperti. Forse pochi sanno che i genitori di Caruso erano originari di Piedimonte Matese e, a causa di ristrettezze economiche, si videro costretti a trasferirsi a Napoli. Fu proprio nella città partenopea che Enrico venne alla luce il 25 febbraio 1873, per la precisione nel quartiere di San Carlo all’Arena. Le sue doti canore non tardarono ad affiorare, tant’è vero che era solo un bambino quando iniziò a seguire le prime lezioni di canto.enrico caruso piedimonte matese
Presa coscienza delle sue capacità il giovane Enrico cominciò ad esprimere il proprio talento in diversi spettacoli teatrali: da Caserta a Napoli, da Salerno a Milano in un crescendo di successi, incontri e amicizie fortunose che di lì a poco avrebbero dato vita ad una carriera davvero senza precedenti nella storia della musica. Una voce  inconfondibile, incredibilmente virile e passionale. Una vita intera consacrata alla musica, che visse animato dal desiderio di dare sempre il meglio, così che il tenore campano divenne in breve tempo un mito.
Fino all’ultimo respiro Caruso tentò di migliorare le sue prestazioni, limando il proprio timbro vocale nell’arduo intento di arrivare alla perfezione. Ancora oggi egli rappresenta un raro esempio di virtù ed una delle principali icone non solo della musica ma anche della cultura italiana. È per questo che vogliamo ricordare l’esempio di Caruso, colui che prima di essere un grande artista è stato un uomo capace di “farsi da solo” a partire dal basso, come accade per gli individui di maggior valore, e di cui la sua terra originaria sarà fiera per sempre.
Peccato, però, che la casa dove egli fu concepito, nel cuore del centro storico di Piedimonte Matese (via Sorgente), versa oggi in pessime condizioni, dimenticata, con una storia sulle spalle forse ancora sconosciuta ai più nel capoluogo matesino.

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