Parte del “Grande progetto Pompei”, l’opera è stata possibile grazie ai fondi europei
Maurizio Sasso – A Pompei, dopo un anno di restauri, la “Casa del Criptoportico”, è pronta per essere riconsegnata nella mani della Soprintendenza. Rispettando i tempi di consegna, si sono conclusi i lavori di consolidamento e restauro strutturale della domus risalente al III secolo avanti Cristo e caratterizzata da magnifiche decorazioni.
Molti ricorderanno le polemiche che hanno accompagnato i ripetuti crolli all’interno del parco archeologico, in
particolare quelle successive a quel 6 novembre 2010, quando la Casa dei Gladiatori, poco più avanti di quella del “Criptoportico”, si sbriciolò al suolo. Qualcosa sembra essersi mosso ed è stata restituita ai visitatori una delle domus più belle dell’antica Pompei, il cui ingresso affaccia su via dell’Abbondanza, la strada principale della città antica. Si tratta del lavoro di recupero e messa in sicurezza che si inserisce nel “Grande progetto Pompei” per il quale sono stati impiegati 380 giorni di lavoro (nel rispetto dei tempi previsti) con un costo di circa 304 mila euro, a fronte dei 105 milioni di euro stanziati dall’Unione Europea per il recupero e la messa in sicurezza di tutta la zona degli scavi di Pompei. Se questo è solo l’inizio, non si può far altro che ben sperare per un recupero completo del parco e il suo rilancio turistico, dopo il periodo si abbandono di cui è stato vittima.
Come riferisce una nota della Soprintendenza, “questa prima fase di lavoro è stata assolutamente fondamentale in quanto propedeutica alla seconda tranche di interventi che riguarderà il restauro degli apparati decorativi (stucchi, pitture parietali e pavimenti a mosaico), di cui a breve partirà il bando di gara. L’intervento appena conclusosi, sotto la direzione dei lavori dell’architetto Maria Previti, per un costo complessivo di 304mila euro si è sviluppato in 3 fasi fondamentali che hanno riguardato: il consolidamento e restauro delle strutture antiche, con integrazione dei precedenti restauri; la restituzione della volumetria originaria attraverso la ricostruzione spaziale con strutture in legno di ciò che era andato perduto anche a seguito del bombardamento alleato che colpì Pompei nel 1943 soprattutto lungo via dell’abbondanza. In particolare si è proceduto alla riconfigurazione spaziale con centine (strutture in legno) sia della volta a botte del forno (praefurnium) sia dell’unica volta a crociera documentata nell’antica città di Pompei, presente nell’ambiente caldo delle terme (calidarium).
E infine la realizzazione di una passerella in legno che consentirà la visione dall’alto degli ambienti termali ipogei e delle rispettive superfici decorate. Un importante intervento a salvaguardia degli affreschi ha, inoltre, interessato il deflusso delle acque meteoriche attraverso opere di drenaggio nell’area del giardino”.