di Francesca Costantino – Tutti i dipinti più o meno famosi, da quelli di Giovanni Bellini a quelli di Raffaello presentano il tema della Trasfigurazione di Gesù, mostrandone più punti di vista. Mi spiego meglio. La scena è vissuta contemporaneamente e allo stesso modo da tutti i partecipanti. Gesù è vera essenza e luce per se stesso e per ognuno di essi: per gli apostoli, per i profeti, per gli astanti, per noi.
Rarissime, invece, sono le opere che definiscono un unico punto di osservazione e una personale proiezione dell’accaduto. Tra queste i lavori di un’artista danese, vissuto nella seconda metà dell’Ottocento. Il suo nome è Carl Heinrich Bloch.
Il dipinto è parte di un ciclo di 23 dipinti sulla vita di Cristo, realizzati per la Cappella del Castello di Frederiksborg .Traduce il tema della Trasfigurazione di Gesù con estremo realismo, focalizzando l’obiettivo sull’emozione “accecante” e improvvisa avvertita da due apostoli che occupano tutta la parte inferiore del quadro con le loro figure in controluce.
Tutto il senso dell’apparizione gloriosa, che invece occupa la parte superiore, ha l’inconsistenza materica di una visione divina ma la forza propulsiva di un’onda d’urto, immediatamente riflessa nella mimica e nella gestualità stupita degli apostoli.
Il punto di vista principale è proprio quello degli uomini che, seppur seguaci, stentano a comprendere con immediatezza il senso di quella trasfigurazione, di quell’andare oltre l’aspetto propriamente corporeo per indossare le vesti splendenti della divinità. E Bloch, dunque, carica la fattezza umana dei discepoli, così come l’aspetto della terra bruna e rocciosa che occupano, per consentire di immetterci carnalmente dalla loro parte e vivere empaticamente quello stesso istante di temporanea ma spiazzante resurrezione.
Anche noi sgraniamo gli occhi, talvolta troppo increduli, o copriamo parzialmente il volto di fronte alla gioiosa luminosità dell’essere cristiani; anche noi saliamo spesso il monte con perseveranza insieme a Gesù, ma con quanta fatica poi “scendiamo a valle” e ritorniamo alle nostre mansioni quotidiane continuando a testimoniare la gioia di essere noi stessi cristiani autentici?
Talvolta, come Cristo insegna, è necessario più coraggio nella discesa, è necessario più coraggio nell’accettare e compiere una volontà diversa dalla nostra!