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Diocesi. Giovani e misericordia. Un nuovo modo per parlare di amore

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Apostoli: inviati lungo le strade della vita. L’importanza di relazioni profonde e intime, con gli altri e con Dio. E’ il Vescovo a parlarne ai ragazzi

La Redazione – Un pomeriggio giovane, quello organizzato ieri pomeriggio a Raviscanina dal Servizio diocesano per la Pastorale giovanile; seppur con qualche ritardo rispetto ai tempi programmati è stata l’occasione per un momento di catechesi comune. Ottana i giovani presenti, provenienti da diverse parrocchie della Diocesi.
Dal discepolato all’apostolato: il tema individuato dai responsabili della PG (don Andrea De Vico e il diacono Francesco Monte) è stata l’occasione per parlare ai giovani del legame profondo, della relazione straordinaria e imprescindibile tra Dio e l’uomo, che sola rende i discepoli, veri apostoli, inviati tra le strade della vita per donare carezze e gesti di amore che il mondo attende.
pastorale giovanileLa catechesi tenuta dal Vescovo ha stabilito un immediato ponte (ideale) tra le domande di senso dei ragazzi e il Pastore, loro interlocutore.  Mons. Valentino Di Cerbo ha parlato di relazione, di misericordia, di dialogo: tutte condizioni necessarie ad una relazione di amore, tra l’uomo e la donna, tra l’uomo e Dio.
Questa profondità di relazioni – ha spiegato il vescovo – affonda il suo significato nella parola misericordia, e più propriamente nel suo significato ebraico, rahamin. Essa, infatti, indica il grembo della madre che accoglie in sé un seme di vita e restituisce un frutto. Cos’è allora la misericordia se non un gesto di accoglienza che rigenera vita? E’ Dio stesso che chiede all’uomo di essere misericordioso con Lui, di accoglierlo, di fare spazio alla sua presenza perché l’uomo stesso ne sia rigeneraro in forma nuova e a somiglianza di Dio. Il creatore chiede alla sua creatura di essergli madre, aiutarlo a incarnarsi, a rimanere vivo tra i cuori distratti di questo mondo.
pastorale giovanile2Una straordinaria responsabilità che attende di diventare matura consapevolezza nei tanti giovani presenti ieri, che hanno poi chiesto al vescovo Valentino “come si fa?”.
Espressioni che chiamano in causa la voglia di crescere e al contempo la consapevolezza che il cammino da percorrere – come cristiani – è faticoso ma entusiasmante, e chiede a ciascuno di crescere ogni giorno, nel dono continuo e sempre nuovo di se stessi.
Provocazioni forti, proposte serie che molto di essi hanno portato a casa: sarà il lavoro affidato ai responsabili dei gruppi giovanili parrocchiali, ai rispettivi sacerdoti, a provvedere che su questo terreno, dove è stato piantato un piccolo seme sia irrigato e amorevolmente curato.

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