In città ci sono ancora cittadini che non pagano la tassa sui rifiuto. Vivi Alife chiede la regolarizzazione della Tarsu/Tares e una seria decisione circa lo stato di degrado dell’Ex Cinema Volturno oggi pericolante e pericoloso
La Redazione – Il gruppo di Minoranza, in attesa si un imminente consiglio comunale, attraverso il portale vivialife.it ha pubblicato ieri un “promemoria” utile a ricordare a cittadini e Amministratori alcune urgenze da prendere in mano. Dal sito si legge che lo scorso 31 gennaio, il gruppo di opposizione presentava un’istanza per la convocazione di un Consiglio comunale per discutere della Tares 2013 (la tassa sui rifiuti sui rifiuti e sui servizi) e dello stato di pericolosità dell’Ex Cinema Volturno, l’edificio che ormai da anni è oggetto di contenzioso tra privati e comune che ne rivendicano la proprietà. Alle proposte di delibera che il gruppo Vivi Alife ha posto all’attenzione del Sindaco Giuseppe Avecone e delle Maggioranza, lo scorso 18 febbraio, si sono aggiunti i testi con le proposte in merito alle urgenze sollevate (consultabili qui).
Ecco cosa chiede nello specifico la minoranza consiliare:
a) abrogazione della nuova tariffa della Tares, al fine di permettere ai Cittadini di continuare a pagare anche per il 2013 i vecchi importi della tassa (cioè pari a quelli Tarsu, già pagati fino al 2012), con la sola eccezione della maggiorazione introdotta dallo Stato;
b) introduzione di una “regolarizzazione Tarsu/Tares” a favore di chi non risulta iscritto nel Ruolo Tarsu/Tares e quindi non paga questa tassa. Sono tanti i Cittadini che non pagano o che pagano meno di quanto dovrebbero; alcuni sono anche Amministratori comunali e questo li disonora;
c) discutere sullo stato di pericolosità in cui versa l’Ex Cinema Volturno, come segnalato continuamente dai Cittadini e soprattutto come denunciato da un Verbale dell’Asl.
Il gruppo Vivi Alife facendo riferimento al Segretario Comunale, così come chiede la prassi, attende risposte in merito ad una possibile convocazione di Consiglio comunale (tra l’altro i termini intercorsi dalla richiesta alla convocazione sono ormai scaduti): un diritto e un’opportunità democratica, che spetta non ai “quattro” della minoranza, ma ai cittadini che da essi si sentono rappresentati.