L’esortazione e l’incoraggiamento del Vescovo: “Uomo di comunione e servitore dell’unità della Chiesa: in questo cammino non sei solo, il Signore è con te”.
La Redazione – La Diocesi di Alife-Caiazzo in festa per l’ordinazione di Salvatore Di Chello, giovane di San Potito Sannitico, al quale ieri sera nella liturgia della domenica laetare (IV di quaresima), il vescovo Valentino Di Cerbo ha conferito il ministero sacerdotale. Don Salvatore, trentenne, ha ricevuto l’ordinazione nella chiesa di Santa Caterina V. e M., la parrocchia che lo ha visto crescere nella formazione spirituale mentre conduceva gli studi da seminarista prima presso il Seminario interregionale di Posillipo e poi presso il Seminario di Benevento.
Dalla liturgia di questa domenica, che si colloca al centro del percorso quaresimale e che viene definita “della gioia” – la domenica che “rilancia” il cammino del cristiano verso la Pasqua grazie alla luce della fede (cfr. Vangelo del giorno)-, Mons. Di Cerbo ha tracciato il cammino ideale di ogni credente, e nello specifico di ogni sacerdote. Pronunciando più volte “Caro Salvatore…”, alla maniera del padre che amorevolmente suggerisce e invita ad essere imitatore di Cristo “senza mezze misure”, il Vescovo ha ricordato la missione dell’uomo chiamato da Dio, consacrato a Lui e incarnato nella quotidianità: “tale missione si pone in continuità con quella di Gesù, che ha come scopo l’edificazione della Chiesa in Popolo di Dio e tempio santo del Signore, ed è profondamente collegata con quella del Vescovo successore degli Apostoli. La riuscita della missione del Sacerdote, dipende non soltanto dall’affermazione di questa verità teologica, ma dalla sua piena realizzazione nella vita di ogni giorno”.
Il brano evangelico del cieco nato è stato motivo di riflessione sulle cecità vere o presunte del cuore, che impediscono all’uomo di entrare nella prospettiva della salvezza solo “per paura, opportunismo, curiosità superficiale, o per presunzione di vedere”, o peggio ancora per la presunzione di conoscere la verità, o possedere una libertà interiore che di fatto manca, rimanendo nel buio… “Questa Parola di Dio, caro Salvatore, ti indica la missione a cui il Signore ti chiama. Anche tu sei inviato a ricevere e donare luce, la luce della fede, la luce della Parola, la luce dell’amore di Dio, che si rivela in Gesù”.
Il Vescovo ha invitato don Salvatore ad un dinamismo pastorale sempre vivo, ad avere idee nuove e rispondenti alle attese della gente, a non lasciarsi vincere dalla tentazione di aver fatto o dato abbastanza. Ha poi suggerito la strada, indicato le tappe del cammino quotidiano che ogni sacerdote percorre mentre vive la sua missione di apostolo tra la gente: “Uomo di comunione e servitore dell’unità della Chiesa; uomo di fede che vive ciò che annuncia e conforma la propria vita ai misteri che celebra; uomo di preghiera, che intercede per quanti gli sono stati affidati; persona unita a Cristo intimamente, soprattutto nel suo donarsi come Gesù nell’Eucaristia; uomo di obbedienza evangelica, per l’avvento del Regno”.
Al termine della celebrazione il saluto di Don Salvatore alla sua comunità d’origine; ai sacerdoti – don Alfonso De Balsi, don Cesare Tescione, don Franco Pinelli, che ne hanno curato la formazione, così come agli animatori di seminario e ai padri spirituali; parole di affetto per il Vescovo, per i familiari, per la comunità di San Potito.
Don Salvatore svolgerà la sua missione di prete nella parrocchia di San Sebastiano in Valle Agricola: già da diverso tempo ogni fine settimana raggiunge infatti la piccola comunità sui monti del Matese per l’animazione pastorale e liturgica; da domenica prossima sarà lui a celebrare per i suoi amici parrocchiani la S. Messa.
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