Home ArteSanta La Resurrezione di Cristo nella tavola lignea di Matthias Grünewald

La Resurrezione di Cristo nella tavola lignea di Matthias Grünewald

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In Alsazia, un’opera lignea dagli effetti coloristici ed emotivi sorprendenti

di Francesca Costantino

Anche la mia immaginazione, come quella della maggior parte degli artisti, concretizza il momento della Resurrezione di Cristo in figura “di luce” che, inaspettatamente, irradia il suo potente fulgore.
Ad a Issenheim, in Alsazia, presso il monastero di Sant’Antonio, un maestoso altare ad ante apribili, molto comune nel periodo rinascimentale, resurrezione_Matthias_Grünewaldospita una significativa tavola lignea, dipinta nel 1515 dal pittore tedesco Matthias Grünewald. Rappresenta proprio la Resurrezione di Cristo, seguendo uno schema “classico” ma dagli effetti coloristici ed  emotivi sorprendenti. Gesù s’innalza dal sepolcro vuoto come trascinato da una travolgente forza che lo sospinge verso l’alto. Allarga le braccia e mostra i segni lasciati dai chiodi, quasi a ricordare la drammatica posizione sulla croce. Ma ora la postura non ha nulla di tragico o doloroso, anzi, assume le sembianze di un dolce saluto di pace, di un invitante abbraccio. Anche il suo viso, abbandonata la sofferenza, mostra la carezzevole luminosità della rinascita, dopo il buio della morte. Il pittore ha reso così radiante Gesù, che i lineamenti del volto si distinguono a malapena, confondendosi nello straordinario alone di colore e di luce che lo circonda.
Il dipinto mostra un altro elemento  di eccezionale valore: il gruppo dei soldati. Incaricati di sorvegliare il sepolcro, essi sono travolti improvvisamente dalla stessa esplosione di potenza che investe Gesù. Impauriti ed impotenti, si ritraggono e rannicchiano, cercando fortuitamente di proteggere i loro corpi dall’incomprensibile forza.
Ecco, mi ritrovo spesso  a fare i conti con l’atteggiamento dei soldati, a credere di poter essere  ben“corazzata” e così forte da garantire un’adeguata protezione alla mia fede. Invece, ad un tratto, l’impetuosa richiesta di Cristo a rinascere, ad essere luce per me e per gli altri, mi scopre ancora impotente.
Che sia, dunque, una Pasqua di nuova forza…di vigorosa  e luminosa fede.

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