La famiglia, accertata la morte cerebrale della donna, ha autorizzato l’espianto degli organi. “Donare la vita, il gesto più sublime” è stato il commento di Guglielmo Venditti, presidente regionale AIDO
La Redazione – Altruismo, solidarietà, civilità. Sono le parole che accompagnano il commento del dottore Guglielmo Venditti di Piedimonte Matese, Presidente Regionale AIDO Campania, all’indomani della decisione assunta dalla famiglia Ferrante di donare gli organi della signora Rita (moglie e madre) colpita da morte cerebrale in seguito ad un’emorragia cerebrale solo pochi giorni fa. Momenti di decisioni difficili, ma importanti e determinanti per la vita di molte altre persone, appesa ad un filo, in attesa di una gesto generoso come quello appena descritto. Dopo l’incidente avvenuto mentre la donna si trovava in casa, e il suo trasferimento all’ospedale “Rummo” di Benevento, il coordinatore per i prelievi della struttura sanitaria sannita, Dott. Rivellini, riscontrava che nel Sistema Informativo Trapianti del Ministero della Salute non compariva alcuna volontà scritta ed espressa in vita sulla volontà positiva alla donazione dei propri organi post mortem, e pertanto ha chiesto il consenso alla famiglia. Il signor Franco Ferrante, e i figli Silvia e Antonio, hanno dato il loro consenso, aprendo altre persone ad una possibilità di vita migliore, o comunque di una risoluzione determinante ad un male altrimenti devastante. Un gesto che sicuramente attinge alla sensibilità che ormai da anni promuove sul territorio il locale gruppo AIDO “Liberato Venditti – Sezione di Piedimonte” che attraverso campagne mirate, nelle scuole o comunque in contesti pubblici, instancabilmente e in nome della vita promuove la donazione degli organi.
“Nell’incontro che ho personalmente avuto con i famigliari della signora Rita – racconta il presidente Guglielmo Venditti (nella foto) – ho percepito in loro la grande serenità nell’accettare la morte, sapendo che è stato fatto tutto il possibile per salvare la vita del loro famigliare. Ma quello che più mi ha colpito è stata la convinzione del marito e dei figli di avere fatto la scelta giusta nel dare il consenso al prelievo degli organi perché: “almeno la morte di mia moglie non sia risultata vana ma possa aver ridato al vita a qualcuno che, vivendo con sofferenza una malattia, potesse tornare a vivere”. A nome dell’AIDO – conclude Venditti – un “grazie” a questa meravigliosa famiglia per quello che ha fatto, donare la vita, il gesto più sublime che si possa compiere”.
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