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Arte e musei in provincia di Caserta. Una Pasquetta amara come tante. Non così a Piedimonte Matese

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Il Museo Civico Raffaele Marrocco rimane aperto.
Cultura e storia a portata di tutti

La Redazione – Un ritornello che si ripete e conferma l’incresciosa gestione del più prezioso patrimonio di cui dispone la nostra terra: musei e siti di interesse storico chiusi per Pasquetta e il martedì in albis, e cioè nei giorni in cui i flussi di turisti aumentano, trattasi di gruppi organizzati o improvvisati, comunque sia appassionati a pezzi di storia e di arte unici in tutta la Penisola.
Museo Campano, Belvedere di San Leucio e Reggia di Caserta chiusi al pubblico nei giorni di festa (quest’ultima chiusa martedì, mentre la festività è ancora in corso): si tratta degli attrattori principali, di propulsori culturali,  motori di un’economia che tarda a decollare e soprattutto garanzia di evoluzione culturale (sinonimo di crescita sociale).
Puntualmente tornano ad occuparsene giornali e occasionalmente Tv, ma la risposta sta tutta, e miseramente tutta, nella mancanza di fondi da destinare agli straordinari dei dipendenti.
La cultura e la storia rimangono tuttavia il respiro e l’essenza di una civiltà che in essa si rigenera, ritrova le proprie radici, si guarda allo specchio e si proietta nuovamente verso il futuro. Questione di sentimenti? Anche. Così come di orgoglio e di un pizzico di ambizione per il bello e il buono che queste terre custodiscono.
L’esempio viene da luoghi fuori dal marketing turistico. Depliant, guide, e siti internet (mai aggiornati) non fanno altro che parlare dei luoghi simbolo della Campania, o (nel nostro caso) della Provincia di Caserta.
museo civico marrocco piedimonte 1Oggi ci piace guardare con simpatia invece al Museo Civico Raffaele Marrocco di Piedimonte Matese (Mucirama), che nel giorno di Pasquetta ha garantito l’apertura straordianaria ai visitatori che hanno scelto di trascorrere la Pasquetta in compagnia di una cultura meno nota, meno pubblicizzata, ma tassello fondamentale della Storia della nostra bella Italia: il chiostro del complesso di San Tommaso d’Aquino (nella foto), l’esposizione sui sanniti al piano inferiore, il passaggio al piano superiore dove si raccoglie la storia preunitaria dove si inserisce con orgoglio Piedimonte Matese, hanno rappresentato uno spaccato felice e facile da godere.
Coordinamento e disponibilità: le parole su cui ha potuto contare fino ad ora il Museo grazie alla presenza costante in loco di guide volontarie e del direttore Raffaella Martino.
Un traguardo dai bei risultati, che a poco meno di un anno dall’inaugurazione, fa sperare per il prossimo futuro ancora iniziative e – secondo i programmi in cantiere – una sempre più viva partecipazione dei visitatori.

 

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