Lo spirito della Pentecoste chiede alla Chiesa di non rassegnarsi ad essere “innocua e distillata”
“Se la Chiesa è viva, sempre deve sorprendere. È proprio della Chiesa viva sorprendere. Una Chiesa che non abbia la capacità di sorprendere è una Chiesa debole, ammalata, morente e deve essere ricoverata nel reparto di rianimazione, quanto prima!”.
Così Papa Francesco ieri mattina alla folla riunita in piazza per il Regina Coeli.
Non solo: “Qualcuno, a Gerusalemme, avrebbe preferito che i discepoli di Gesù, bloccati dalla paura, rimanessero chiusi in casa per non creare scompiglio. Anche oggi tanti vogliono questo dai cristiani. Invece il Signore risorto li spinge nel mondo: ‘Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi’”. In realtà, ha spiegato il Papa, “la Chiesa di Pentecoste è una Chiesa che non si rassegna ad essere innocua, troppo ‘distillata’. No, non si rassegna a questo! Non vuole essere un elemento decorativo”. “È una Chiesa – ha precisato il Pontefice – che non esita ad uscire fuori, incontro alla gente, per annunciare il messaggio che le è stato affidato, anche se quel messaggio disturba o inquieta le coscienze, anche se quel messaggio porta, forse, problemi e anche, a volte, ci porta al martirio”. Essa “nasce una e universale, con un’identità precisa, ma aperta, una Chiesa che abbraccia il mondo ma non lo cattura; lo lascia libero, ma lo abbraccia come il colonnato di questa piazza: due braccia che si aprono ad accogliere, ma non si richiudono per trattenere. Noi cristiani siamo liberi, e la Chiesa ci vuole liberi!”, ha sottolineato il Santo Padre, prima di rivolgersi “alla Vergine Maria, che in quel mattino di Pentecoste era nel Cenacolo, e la Madre era con i figli”. “In lei – ha concluso – la forza dello Spirito Santo ha compiuto davvero ‘cose grandi’. Lei stessa lo aveva detto. Lei, Madre del Redentore e Madre della Chiesa, ottenga con la sua intercessione una rinnovata effusione dello Spirito di Dio sulla Chiesa e sul mondo”.