Nella cerimonia dell’Angelus il Pontefice esorta i fedeli ad individuare nel modello della Trinità ogni realtà di amore e perdono
La solennità della Santissima Trinità “presenta alla nostra contemplazione e adorazione la vita divina del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo: una vita di comunione e di amore perfetto, origine e meta di tutto l’universo e di ogni creatura, Dio”. Lo ha detto, ieri mattina, Papa Francesco, in occasione della recita dell’Angelus da piazza San Pietro. Nella Trinità “riconosciamo anche il modello della Chiesa, nella quale siamo chiamati ad amarci come Gesù ci ha amato. È l’amore il segno concreto che manifesta la fede in Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. È l’amore il distintivo del cristiano”. Per il Pontefice, “è una contraddizione pensare a cristiani che si odiano. È una contraddizione! E il diavolo cerca sempre questo: farci odiare, perché lui semina sempre la zizzania dell’odio; lui non conosce l’amore, l’amore è di Dio!”. Perciò, “tutti siamo chiamati a testimoniare ed annunciare il messaggio che ‘Dio è amore’, che Dio non è lontano o insensibile alle nostre vicende umane. Egli ci è vicino, è sempre al nostro fianco, cammina con noi per condividere le nostre gioie e i nostri dolori, le nostre speranze e le nostre fatiche. Ci ama tanto e a tal punto che si è fatto uomo, è venuto nel mondo non per giudicarlo ma perché il mondo si salvi per mezzo di Gesù”.
Questo è “l’amore di Dio in Gesù, quest’amore che è tanto difficile da capire ma che noi sentiamo quando ci avviciniamo a Gesù. E Lui ci perdona sempre, Lui ci aspetta sempre, Lui ci ama tanto. E l’amore di Gesù che noi sentiamo è l’amore di Dio”. Lo Spirito Santo “ci comunica la vita divina e così ci fa entrare nel dinamismo della Trinità, che è un dinamismo di amore, di comunione, di servizio reciproco, di condivisione”. Per il Papa, “una persona che ama gli altri per la gioia stessa di amare è riflesso della Trinità. Una famiglia in cui ci si ama e ci si aiuta gli uni gli altri è un riflesso della Trinità. Una parrocchia in cui ci si vuole bene e si condividono i beni spirituali e materiali è un riflesso della Trinità”. “L’amore vero – ha aggiunto – è senza limiti, ma sa limitarsi, per andare incontro all’altro, per rispettare la libertà dell’altro. Tutte le domeniche andiamo alla Messa, celebriamo l’Eucaristia insieme e l’Eucaristia è come il “roveto ardente” in cui umilmente abita e si comunica la Trinità; per questo la Chiesa ha messo la festa del Corpus Domini dopo quella della Trinità”. Ricordando la Santa Messa a San Giovanni in Laterano e la processione con il Santissimo Sacramento giovedì prossimo, Francesco ha invitato romani e pellegrini a partecipare “per esprimere il nostro desiderio di essere un popolo ‘adunato nell’unità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo’”.
Agensir