di Francesca Costantino
Pochi elementi: una sedia, un pezzo di pane, una veste bianca. È questa la suggestiva opera di un artista bosniaco Safet Zec, intitolato, appunto, “Sedia con pane” e realizzato nel 2006.
Quando ne ho conosciuto la grandezza di artista, visionando le sue maggiori opere, mi sono soffermata proprio su quella che oggi presento, perché ho legato la sua semplice ed immediata forza comunicativa ad un altrettanto semplice e immediato concetto cristiano: Gesù come pane quotidiano.
Cibo umile ed essenziale, legato spesso alla povertà, il pane assolve, invece, ad un compito di immane grandezza e ricchezza: rendere vivi. Quanta vita ha restituito un solo pezzo di pane?
Nel dipinto di Safet Zec, esso è appoggiato su una veste bianca e splendente, che contrasta con l’oscurità materica dello sfondo. È una veste che Gesù indossa tante volte e che ci ha insegnato ad indossare, ripetendo i suoi stessi gesti: spogliarsi della vanità, dell’eccesso, dell’inutilità per coprirsi di un candore genuino e puro e solo allora ritrovarsi insieme agli altri a spezzare, condividere, spartire.
Sembrerà forse un po’ blasfemo e irriverente ricondurre il mistero della festa del Corpus Domini a questo dipinto, ma penso sempre che Gesù stesso ci ha chiesto di cercarlo ovunque, secondo le nostre possibilità e circostanze. Anzi credo non ci sia rivelazione più commovente dell’ onnipresenza di un Padre per i propri Figli.