In occasione della festa del Corpus Domini Papa Francesco insiste sul potere dell’Eucaristia di forgiare uno “stile di vita cristiano”, che induce ad amare anche chi non ci ama secondo il bene incommensurabile di Dio
Gesù è venuto in questo mondo “per dare se stesso, la sua vita, come nutrimento per quanti hanno fede in Lui”. Lo ha ricordato ieri mattina Papa Francesco, in occasione dell’Angelus nella festa del Corpo e Sangue di Cristo. “Questa nostra comunione con il Signore – ha aggiunto – impegna noi, suoi discepoli, ad imitarlo, facendo della nostra esistenza, con i nostri atteggiamenti, un pane spezzato per gli altri, come il Maestro ha spezzato il pane che è realmente la sua carne”. Per noi, invece, “sono i comportamenti generosi verso il prossimo che dimostrano l’atteggiamento di spezzare la vita per gli altri”. Ogni volta che partecipiamo alla Santa Messa e ci nutriamo del Corpo di Cristo, ha spiegato, “la presenza di Gesù e dello Spirito Santo in noi agisce, plasma il nostro cuore, ci comunica atteggiamenti interiori che si traducono in comportamenti secondo il Vangelo”. Anzitutto “la docilità alla Parola di Dio, poi la fraternità tra di noi, il coraggio della testimonianza cristiana, la fantasia della carità, la capacità di dare speranza agli sfiduciati, di accogliere gli esclusi”. In questo modo “l’Eucaristia fa maturare uno stile di vita cristiano. La carità di Cristo, accolta con cuore aperto, ci cambia, ci trasforma, ci rende capaci di amare non secondo la misura umana, sempre limitata, ma secondo la misura di Dio”.
E, ha chiarito Francesco, “la misura di Dio è senza misura. Tutto! Tutto! Tutto! Non si può misurare l’amore di Dio: è senza misura!”. Allora “diventiamo capaci di amare anche chi non ci ama: e questo non è facile. Amare chi non ci ama… Non è facile! Perché se noi sappiamo che una persona non ci vuole bene – ha ammesso il Papa -, anche noi siamo portati a non volerle bene. E invece no! Dobbiamo amare anche chi non ci ama! Opporci al male con il bene, di perdonare, di condividere, di accogliere”. Infatti, “grazie a Gesù e al suo Spirito, anche la nostra vita diventa ‘pane spezzato’ per i nostri fratelli. E vivendo così scopriamo la vera gioia! La gioia di farsi dono, per ricambiare il grande dono che noi per primi abbiamo ricevuto, senza nostro merito”. Per il Pontefice, “è bello questo: la nostra vita si fa dono! Questo è imitare Gesù”. Il Santo Padre ha, quindi, ribadito due concetti. Primo: “La misura dell’amore di Dio è amare senza misura. È chiaro questo?”, ha chiesto. Poi “la nostra vita, con l’amore di Gesù, ricevendo l’Eucaristia, si fa dono. Come è stata la vita di Gesù. Non dimenticare queste due cose: la misura dell’amore di Dio è amare senza misura. E seguendo Gesù, noi, con l’Eucaristia, facciamo della nostra vita un dono”. Francesco ha concluso chiedendo “alla Madonna di aiutarci a riscoprire la bellezza dell’Eucaristia, a farne il centro della nostra vita”.