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Scambio della pace, non più abbracci e baci né canti

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Cambiano le regole, ma resta la sobrietà e il valore profondo del momento della pace tra i fedeli e tra la Chiesa con il mondo

La Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ha emanato una lettera, approvata dal Papa Francesco, il 7 Giugno, contenente alcune disposizioni circa lo scambio della pace durante la Messa.
La pace è il dono e la promessa che Gesù, incontrandoli, fa varie volte ai suoi discepoli: nel cenacolo prima di affrontare la passione, per infondere in loro la certezza della sua permanente presenza; così dopo la sua risurrezione e ancora oggi il Risorto offre questo dono alla Chiesa riunita per l’Eucaristia, chiedendole di testimoniarla nella vita di tutti i giorni.
Non sono introdotti cambiamenti strutturali circa la collocazione dello scambio della pace che, nel Rito Romano, resta prima della Comunione (tra il Padre Nostro e l’Agnello di Dio), con un suo specifico significato teologico: esso è contemplazione eucaristica del mistero pasquale, è il “bacio pasquale” di Cristo risorto presente sull’altare. Tale gesto esprime la comunione ecclesiale e l’amore vicendevole dei fedeli, prima di comunicare al Corpo di Cristo.
culto divino_cambio paceTuttavia per salvaguardare il senso sacro della celebrazione eucaristica, la lettera invita ad una moderazione circa le espressioni eccessive che questo gesto talune volte assume, suscitando qualche confusione nell’assemblea proprio prima della Comunione. La sobrietà necessaria a mantenere un clima adatto alla celebrazione non toglie nulla all’alto valore del gesto, anzi arricchisce di significato e conferisce espressività al rito stesso.
Nella lettera si legge anche che le norme ecclesiali suggeriscono che lo scambio di pace sia vissuto come una opportunità concessa a chi celebra e che quindi esso si può anche omettere. Il documento infine indica come sia necessario evitare definitivamente alcuni abusi: l’introduzione di un “canto per la pace”, lo spostamento dei fedeli dal loro posto per scambiarsi il segno della pace, l’allontanamento del sacerdote dall’altare per dare la pace a qualche fedele che in alcune circostanze diventa occasione per esprimere congratulazioni, auguri o condoglianze tra i presenti.

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1 COMMENTO

  1. Capisco la necessità di compostezza e sono daccordo ma definire un abuso l’inserimento di un canto per la pace non vi pare un pò esagerato?

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