“Caro don Francesco, in questi anni hai sperimentato com’è bello fidarsi del Signore”, così Mons. Valentino Di Cerbo racconta la gioia della vocazione sacerdotale
La Redazione – Ieri sera nella Basilica di Santa Maria Maggiore in Piedimonte Matese, tutta la famiglia diocesana di Alife-Caiazzo – Mons. Valentino Di Cerbo, i sacerdoti, i fedeli – hanno condiviso la gioia di avere un nuovo sacerdote perché “il Signore sorprende sempre e non fa mai mancare i segni della sua amorevole vicinanza al suo Popolo”. In questo modo il Vescovo Di Cerbo ha introdotto l’omelia dell’ordinazione di don Francesco Monte, il giovane originario di Alife, ormai da molti mesi collaboratore della parrocchia di Santa Maria Assunta in Castel di Sasso, di cui adesso sarà viceparroco. Festa e missione per il nuovo sacerdote: “cerca di essere attento alle attese e alle speranze dei fratelli, competente nelle scienze sacre e profane, ma sappi che, come per Gesù, la tua forza non starà nel suscitare ammirazione o nell’annunciare la fede in Cristo con sapienza, ma nel vivere con umiltà la fede di Gesù, quella che portava ogni giorno “ il Figlio dell’uomo” ad affidarsi con tutto il cuore al Padre e a spendersi per la salvezza dei fratelli. I tanti feriti nel cuore e nel corpo che incontrerai vogliono vedere in te quella fede e quei gesti, cioè la tua vita conformata allo stile di Gesù. Solo così sarai annunciatore e ministro della buona notizia del Regno e strumento di grazia e di Resurrezione”.
Croce, gioia, obbedienza, castità sono state le parole che hanno accompagnato la riflessione del Vescovo Valentino prima del rito di ordinazione: un momento significativo per la Diocesi di Alife-Caiazzo ormai alla quarta ordinazione sacerdotale in 4 anni: il segno che i semi lasciati cadere sul terreno, curati e amorevolmente custoditi, non senza percorsi di crescita umana e spirituale a volte difficili, hanno dato il loro frutto. E’ solo l’inizio del nuovo cammino che tocca il neo sacerdote.
“La passione per la causa di Dio e dell’Uomo ti porterà a rendere la tua vita diversa: cioè “per il mondo” e non “del mondo”, e persino ad evitare atteggiamenti, parole e gesti, pur legittimi, che potrebbero oscurare davanti alla gente la grandezza della tua missione”: appassionato e difficile, il cammino del sacerdote si dispiega tra la vita delle persone, dei fratelli, degli amici così come ha scelto di vivere don Francesco sin dal primo momento in cui ha risposto con generosità abbondante e sincera al Signore.