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Mons. Valentino Di Cerbo ricorda la morte di San Francesco d’Assisi

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La comunità francescana e i fedeli si sono ritrovati con il vescovo Valentino presso Monte Muto per ricordare la morte del Santo

valentino di cerbo  santa maria occorrevoleLa Redazione | Nella suggestiva cornice del Convento di Santa Maria Occorrevole è stato celebrato il transito di San Francesco, la Pasqua francescana. Una liturgia solenne che ha toccato il cuore di quanti vi hanno partecipato. La comunità del noviziato dei francescani minori, insieme al padre guardiano Antonio Ridolfi ofm e a un folto gruppo di fedeli hanno accolto e pregato insieme al Vescovo di Alife-Caiazzo Valentino Di Cerbo.
Il primo momento è stato vissuto all’esterno del Convento, nel piazzale del monumento a S. Giovan Giusepe della Croce con la lettura del testamento del Poverello di Assisi e delle memorie delle ultime ore della sua vita. Poi in processione, pregando le litanie dei santi, la comunità francescana, i fedeli presenti e il Vescovo della Diocesi hanno raggiunto la Chiesa per la preghiera dei Vespri.
Significativo più che suggestivo è stato il parallelo tra Assisi e Piedimonte. Come Francesco dall’alto vegliava su Assisi così questa comunità, riunita col suo Vescovo, dall’alto ha potuto ‘vegliare’ e pregare per tutta la Diocesi che l’accoglie.
valentino di cerbo santa maria occorrevoleLa riflessione di Mons. Di Cerbo si è basata su tre punti chiave: la bella morte, la bella vita e il testamento di S. Francesco. Il Vescovo Di Cerbo ha paragonato la bella e buona morte di Francesco alla bella e buona morte di cui la realtà contemporanea parla, ovvero l’eutanasia, evidenziando le differenze tra le due e spiegando che quella di S. Francesco è una morte bella, dolce, in quanto la sua vita è stata un dono d’amore, un Vangelo dispiegato. «Togliete il Vangelo dalla vita di S. Francesco e non vi rimangono che pochissime cose. Quasi nulla». Con queste parole il Vescovo ha esortato i presenti a mettersi davanti alla Parola di Dio e vedere se la propria vita è vissuta come un dono d’amore o come un ripiegamento egoistico su sé stessi. «La dolce morte non si misura da come si soddisfano i propri desideri egoisitici, ma da come si vive. Una bella vita porta ad una bella morte». Il pastore ha invitato i suoi fedeli a non vivere questa liturgia emozionante come una ‘bella cerimonia’ che rimane rinchiusa nelle pietre del luogo sacro ma a portare con sé il vero testamento di Francesco: la Parola e il Pane.
valentino di cerbo santa maria occorrevoleIl Santo di Assisi ci lascia non solo il Vangelo ma anche il pane, simbolo della comunione, della condivisione, del farsi dono. Il Vescovo Valentino Di Cerbo con forza ha ricordato come la Messa mette insieme questi due elementi, la Parola e il pane, ma anche che questa è vuota se non è accompagnata da una vita basata sulla Parola e ‘spezzata’ per i fratelli’. «Questa bella celebrazione ci deve far chiedere: io, cristiano, a che punto sto nel cammino di conformazione della mia vita al Vangelo? Sono veramente pane per i fratelli? Solo così la nostra vita può essere una bella vita …».
Oggi, giorno di S. Francesco, la festa continua e alle 19.00 il sindaco di Castello del Matese, Antonio Montone, a nome della sua comunità civile a termine dell’Eucaristia donerà l’olio della lampada che arderà vicino all’immagine del Santo.

Foto Facebook Santuario Santa Maria Occorrevole

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