A Taranto “L’immagine candida in mezzo alle colate di ghisa”
“Paolo VI volle celebrare la Messa della Notte di Natale del 1968, nello stabilimento siderurgico Italsider, anziché nello splendore della basilica di San Pietro. Questo Papa, a torto definito crepuscolare e amletico, uomo, invece, non facilmente eguagliabile per cultura e profezia, volle riavviare un dialogo fra Chiesa e mondo operaio e scelse Taranto”. Lo ricorda l’arcivescovo di Taranto, monsignor Filippo Santoro, in occasione della beatificazione di Paolo VI, che “venne con umiltà e coraggio, come vicario del figlio del carpentiere, il figlio di Dio, che non disprezzò il lavoro ma lo santificò con le sue mani e fece del lavoro quotidiano la via della santificazione di ogni uomo. Il neo beato, più volte, volle sottolineare come le distanze non ci fossero più, ogni estraneità era colmata dal desiderio di dialogare. L’immagine candida del Papa si rese familiare in mezzo alle colate di ghisa e nei capannoni del siderurgico”. Era il 1968 anno ricordato per antonomasia come l’anno delle contestazioni. “La storia ci ha poi insegnato che tanti di quelli che sembravano gesti rivoluzionari o di emancipazione nei tanti ambiti della vita, si sarebbero rivelati ben presto chimere del momento – conclude -. Anche la visita di Papa Montini fu accompagnata da tante critiche e dai più fantasiosi sospetti, ma alla fine vinse l’umanità di questo grande Pontefice”.(Fonte Agensir)