Dopo una pausa durata venti anni la grotta diventa nuovamente oggetto di studio di speleologi provenienti da tutta Italia
La Redazione – Di indiscutibile fascino la grotta Cul di Bove è di nuovo al centro dell’attenzione degli esperti speleologi. C’è ancora tanto da scoprire tra le pareti di una delle grotte più profonde d’Italia, già oggetto di studio da parte dei romani e di altri popoli.
Dopo un ventennio di silenzio, è ripresa in pieno ritmo l’attività esplorativa relativa al Cul di Bove ad opera di studiosi di diverse zone d’Italia, tra cui Paolo Turrini. Risale allo scorso settembre la perlustrazione della zona fossile, oltre la quale è stata individuata un’altra grotta solcata dall’antico livello e dall’antico passaggio.
Pozze melmose, sabbie mobili e passaggi ventosi catturano l’interesse degli scienziati i quali si prefiggono di ridefinire la configurazione della grotta. Nel frattempo, ogni fine settimana squadre di speleologi si calano nei meandri sotterranei, addentrandosi in un universo capace di sorprendere sempre.
Il sito di Banca Capasso Antonio mette a disposizione di appassionati ed esperti la sezione La nostra terra, dove è possibile approfondire la conoscenza dei luoghi più fascinosi del territorio matesino.