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Un verso…un pensiero: la nuova rubrica di Clarus dedicata alla poesia

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Da oggi Clarus si arricchisce di una nuova rubrica. Un verso…un pensiero, questo il titolo del nuovo spazio disponibile sul nostro sito, un angolo di poesia dove sarà possibile leggere i capolavori dei più grandi maestri di tutti i tempi, versi di intramontabile bellezza in una rubrica, curata da Giovanna Corsale, che verrà aggiornata ogni settimana, per un continuo e piacevole confronto con un’opera diversa seguita da un breve commento o spunto di riflessione. Nessuna successione cronologica, perché l’unico tempo ammesso è quello dell’anima ed è la poesia a scandirne il ritmo con la sua musicalità. Una poesia va letta non tanto per cercare di carpirne il senso quanto per ritrovarsi in quelle parole così sapientemente combinate, capaci di ispirare pensieri ed emozioni unici.
Ora, quindi, non rimane che leggere in silenzio, con la mente e col cuore…

Preghiera alla Vergine di San Bernardo vergine e san bernardo di filippo lippi

“Vergine madre, figlia del tuo Figlio,
Umile ed alta più che creatura,
Termine fisso d’eterno consiglio.

Tu se’ colei che l’umana natura
Nobilitasti sì, che il suo Fattore
Non disdegnò di farsi sua fattura.

Nel ventre tuo si raccese l’amore
Per lo cui caldo nell’eterna pace
Così è germinato questo fiore.

Qui se’ a noi meridïana face
Di caritate; e giuso, intra i mortali,
Se’ di speranza fontana vivace.

Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
Che, qual vuol grazia e a te non ricorre,
Sua disïanza vuol volar senz’ali.

La tua benignità non pur soccorre
A chi domanda, ma molte fiate
Liberamente al domandar precorre.

In te misericordia, in te pietate,
In te magnificenza, in te s’aduna
Quantunque in creatura è di bontate!

Or questi, che dall’infima lacuna
De l’universo infin qui ha vedute
Le vite spiritali ad una ad una,

Supplica a te, per grazia, di virtute
Tanto, che possa con gli occhi levarsi
Più alto verso l’ultima Salute.

Ed io, che mai per mio vedere non arsi
Più ch’io fo per lo suo, tutti i miei prieghi
Ti porgo, e prego che non sieno scarsi.

Perché tu ogni nube gli disleghi
Di sua mortalità coi prieghi tuoi.
Sì che il sommo Piacer gli si dispieghi.

Ancor ti prego, regina che puoi
Ciò che tu vuoli, che conservi sani,
Dopo tanto veder, gli affetti suoi.

Vinca tua guardia i movimenti umani!
Vedi Beatrice con quanti beati
Per li miei prieghi ti chiudon le mani!”

(Paradiso, XXXIII, 1-39)

La Vergine, icona celeste a cui l’uomo affida paure e speranze. Maria, la più nobile sintesi di grandezza, umiltà e bontà, che supplichiamo nel dolore e ringraziamo nella gioia. Donna virtuosa, pronta ad accogliere nel proprio grembo gli avidi di affetto e di perdono. Al suo sguardo immobile e penetrante la coscienza mortale si rivolge nel desiderio di affacciarsi al Sommo Piacere.

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