Da oggi parte l’esercizio in alcune Parrocchie della Diocesi
La Redazione | Da oggi, Giovedì 20 a Domenica 23 Novembre, Solennità di Cristo Re, alcune Comunità parrocchiali, anche nel nostro territorio, sono impegnate nel ‘pio esercizio’ delle Quarant’ore. La Comunità della Chiesa Cattedrale in Alife segue uno schema così strutturato: ore 9.00 Celebrazione Eucaristica, a seguire Esposizione e Adorazione fino alle ore 12.00. Esposizione ore 16.30 fino alla Celebrazione Eucaristica vespertina. Guiderà la riflessione don Eusebio e i Padri Francescani della Comunità di Santa Maria Occorrevole. La Comunità di Ave Gratia Plena in Piedimonte Matese ha coniato il titolo ‘Gesù, Parola e Pane dei poveri’ per le Quarant’ore che, in seguito anche alla chiusura della Chiesa parrocchiale per il sisma dello scorso anno, saranno vissute sotto una forma itinerante, dedicando a ogni quartiere della Parrocchia un giorno nelle varie cappelle parrocchiali: Monastero di San Benedetto, San Filippo e Santa Lucia. La Comunità di San Marcello nella frazione di Sepicciano darà inizio alle Quarant’ore alle ore 08.30 e il Santissimo Sacramento resterà esposto per tutto il giorno fino alle 18.00 quando ci sarà la S. Messa presieduta dal Sac. Massimiliano Giannico, Vicario della Forania di Caiazzo, che guiderà la riflessione della Comunità sulla Parola di Dio.
È bene sapere che…
Ma le quarant’ore da dove hanno origine? Perché alcune Comunità le fanno in questa settimana ed altre in altri periodi dell’anno? Proviamo a dare risposta a queste curiosità!
L’origine remota è da ritrovarsi nella pratica di commemorare le quaranta ore di Gesù nel sepolcro e venivano fatte nella settimana santa. Il titolo esatto è ‘Oratio quadraginta horarum’ e la prima testimonianza ufficiale di tale pratica la troviamo tra i Battuti di Zara presso la chiesa di S. Silvestro, già prima del 1214.
L’uso poi di esporre il SS. Sacramento per quaranta ore continue, al fine di propiziarsi l’intervento del Signore, avvenne per la prima volta nel 1527 presso la chiesa del S. Sepolcro a Milano e nel 1537 il Papa Paolo III approvò questa pratica. Pian piano il pio esercizio iniziò a diffondersi finché Papa Urbano VIII la prescrisse a tutte le chiese del mondo.
Nei secoli XVII e XVIII le Quarant’ore venivano particolarmente vissute nei tre giorni precedenti il mercoledì delle Ceneri. In particolare ebbero funzione riparatrice a partire da un carnevale Maceratese come opposizione alle intemperanze di una commedia, giudicata sconveniente da due Gesuiti.
La simbologia del numero 40 rappresenta un la purificazione l’espiazione, via di salvezza per i fedeli. Quaranta è il numero della prova, della penitenza, del digiuno, della preghiera … ad esempio il diluvio universale, il cammino nel deserto del profeta Elia, la penitenza nella città di Ninive, il periodo del digiuno di Gesù durarono quaranta giorni; il viaggio nel deserto degli Ebrei durò quaranta anni …
Perché alcune Comunità fanno questo pio esercizio prima della Solennità di Cristo Re dell’Universo? Questa settimana precede una Solennità, a volte non capìta: questa ci ricorda che lo sguardo del cristiano dovrebbe essere proteso oltre il tempo e ancorato al Re di tremenda maestà / che salva nella grazia quelli che si lasciano salvare. Questo pio esercizio, in questo periodo dell’anno che la Liturgia ci fa intravedere le ‘ore ultime’ quando avverrà il giudizio, potrebbe essere letto proprio come tempo per un ‘esame di coscienza e conversione radicale’. Prima di questa grande Solennità, che ci ricorda Cristo come il Salvatore di coloro che viogliono la Sua salvezza, al termine di un anno, la Chiesa si ferma per ringraziare e, davanti alla presenza viva e vera di Cristo, fare il punto della situazione sul cammino di fede personale e comunitario e, li dove è richiesto, cambiare strada convertirsi.