Presentato a Piedimonte Matese Carità e giustizia, la biografia ufficiale di don Luigi Di Liegro
La Redazione – L’uomo che ha messo in discussione la Politica e la Chiesa per circa 30 anni, Don Luigi Di Liegro, protagonista della vita sociale di Roma nel mezzo di un periodo storico, unico per il nostro Paese: il lungo governo politico della Democrazia Cristiana, lo scontro violento tra Brigate Rosse e potere, il crescente divario tra poveri e ricchi, l’arrivo di consistenti flussi migratori.
Se ne è parlato a Piedimonte, presso la sala multimediale del Seminario Vescovile, con il prof. Maurilio Guasco, autore della biografia ufficiale (Carità e giustizia, ed. Il Mulino) del prete, fondatore della Caritas di Roma, e di numerose opere sociali e cartitative ancora oggi vive e funzionanti nella Capitale. Ad introdurre e poi concludere l’intervento, Mons. Valentino Di Cerbo; don Arnaldo Ricciuto, direttore della Caritas diocesana e Davide Cinotti, responsabile del Centro Diocesano per la Famiglia Mons. Angelo Campagna.
Barboni, tossicodipendenti, Rom, stranieri, poveri, emarginanti, carcerati: la classe sociale preferita da Don Luigi Di Liegro, alla quale per tutta la vita dedicherà le proprie energie, puntando a catalizzare l’attenzione delle Istituzioni su queste emergenze. La sua attività è rispondere ai bisogni cui la società non risponde. Un esigenza molto forte ieri, come oggi.
Tuttavia il volontario (quello della Caritas, o in generale quello che dalla Chiesa si muove a favore di…) è la sentinella della società, con la responsabilità di individuare, incontrare, scovare le emergenze, dare ad esse vice e segnalare alle autorità civili l’urgenza di intervenire. Troppo spesso, però, il lavoro delle sentinelle, oltre a segnalare, è stato quello di prendere in carico situazioni di emergenza più o meno gravi, assumendo – sia negli anni di Di Liegro – che oggi, posizioni concrete nei confronti degli ultimi, in alcuni casi, garantendo servizi di assistenza (a 360 gradi) non offerti da Stato e Istituzioni.
L’incontro su don Di Liegro, non è stato il momento celebrativo di un personaggio storico e unico nella storia ecclesiale e politica d’Italia, ma – attraverso il racconto della sua vita di testimone di Cristo – la presa di coscienza che la carità è possibile, perchè prima di ogni impedimento logistico, strutturale, culturale e burocratico, viene l’uomo e il suo bisogno di amore.
Un momento formativo? Soprattutto…
Un momento educativo per gli operatori delle caritas parrocchiali che vi hanno partecipato. Tra essi la presenza di qualche assistente sociale e amministratore comunale del territorio.
Uno dei più grandi progetti di don Luigi, fu la realizzazione nel quartiere Parioli di Roma, di una casa di accoglienza per malati di Aids, quelli che facevano paura più di altri. Villa Glori era il parco che ospitava la struttura messa in piedi dal sacerdote romano, nel cuore del benessere e del consumismo cittadino: un segnale forte, che rompeva gli equilibri (presunti) di una borghesia gelosamente custode di spazi e ambienti “per bene”. Anche in quel caso, Di Liegro insegnò, ed insegna tuttora, il valore dell’uomo e della sua dignità, raccolta ai bordi delle strade.
Ci piace concludere con un intervento di Di Liegro, raccolto su Carità e giustizia, in cui commenta proprio le proteste che si levarono dal nobile quartiere: “Stiano tranquilli: nove ragazzi moribondi non metteranno in pericolo le loro ricchezze, più che consolidate e fortificate in questa società. È la reazione rabbiosa di un ceto sociale che ha tutto, fuorchè la ragione. Vivono in contraddizione: vogliono difendere prerogative e privilegi, ma sanno che la vera civiltà marcia su altri orizzonti. Verso di loro, verso le loro povere rabbie e le loro frasi offensive provo molta pietà”.
