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Alto Casertano. Tre nuovi Presidi Slow Food, all’insegna della biodiversità

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Il progetto nasce dall’iniziativa del GAL Alto Casertano appoggiata da Slow Food Campania e Fondazione Slow Food per la Biodiversità

La Redazione – Nell’intenzione di preservare colture e allevamenti tradizionali, nonché di rinvenire possibili microfiliere locali, il GAL Alto Casertano ha pensato di realizzare sul territorio un Presidio della Biodiversità, grazie al sostegno di Slow Food Campania e Fondazione Slow Food per la Biodiversità e in collaborazione con le Condotte Slow Food “Massico e Roccamonfina”, “Matese”, “Volturno”. Tale progetto rientra nel Piano di Sviluppo Locale e verrà posto in essere mediante i fondi della Misura 412 del Piano di Sviluppo Locale (PSL) Alto Casertano “Giardino di Terra di Lavoro” (previste nel Programma di Sviluppo Rurale Campania -PSR- 2007/2013 – Asse 4 Approccio LEADER).oliva caiazzana
Le priorità dell’iniziativa sono la salvaguardia della biodiversità e lo sviluppo di strategie agricole e agroalimentari adeguate al territorio e sempre rispettose dell’ambiente. Sono 22 i prodotti scelti, attraverso un “censimento” terminato lo scorso aprile, in un secondo momento inseriti nell’archivio dell’Arca del Gusto. Gli esperti Slow Food hanno proceduto mettendo in risalto le proprietà e le potenzialità dei prodotti portati poi a conoscenza mediante dei laboratori del gusto e test gastronomici.
Tra le 15 tipicità tre sono quelle che hanno ispirato i tre Presidi Slow Food. Si tratta della Cipolla di Alife (Macroarea D1 – Matese); del Lupino Gigante di Vairano (Macroarea C – Monte Maggiore) e dell’Oliva Caiazzana (Macroarea C – Monte Maggiore).
Senza dubbio, il progetto è di grande utilità per la conservazione di specie animali, vegetali e agroalimentari a rischio di estinzione, come sottolineato da Giuseppe Orefice, Presidente Slow Food Campania e Basilicata. Alla conservazione il progetto associa il perfezionamento delle tecniche di produzione che, come osservano Ercole De Cesare – Presidente del GAL – e Vito Trotta – responsabile regionale dei Presidi Slow Food Campania e Basilicata – puntano sostanzialmente sulla “trasformazione”.

 

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