Forse perché della fatal quïete
Tu sei l’immago a me sí cara vieni,
O sera! E quando ti corteggian liete
Le nubi estive e i zeffiri sereni,
E quando dal nevoso aere inquïete
Tenebre e lunghe all’universo meni
Sempre scendi invocata, e le secrete
Vie del mio cor soavemente tieni.
Vagar mi fai co’ miei pensier su l’orme
Che vanno al nulla eterno; e intanto fugge
Questo reo tempo, e van con lui le torme
Delle cure onde meco egli si strugge;
E mentre io guardo la tua pace, dorme
Quello spirto guerrier ch’entro mi rugge.
Perché mi sei così cara, sera? Perché m’ispiri così tanto, e non solo quando il cielo ti sorride, ma anche e forse ancor più quando l’inverno impazza?
Forse t’amo perché infondi nel mio animo quella serenità che disperatamente cerco. A te affido i miei segreti e i miei desideri più nascosti..
Ti ammiro e il mio pensiero vaga verso l’eternità, mentre le afflizioni cagionate da questa vita si annullano.
Ammiro la pace che da te promana e il mio ostinato desiderio freme dentro di me!
E’meraviglioso il pensiero della sera che mitiga ogni “spirto guerriero”e rigenera l’uomo a nuova vita.
Dal forte pessimismo foscoliano emerge quella pace interiore che attraverso la sera rende l’uomo migliore.