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Gianni Rodari, Il pianeta degli alberi di Natale

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Dove sono i bambini che non hanno
l’albero di Natale
con la neve d’argento, i lumini
e i frutti di cioccolata?
Presto, presto adunata, si va
sul Pianeta degli alberi di Natale,
io so dove sta. Che strano, beato Pianeta…
Qui è Natale ogni giorno.
Ma guardatevi attorno:
gli alberi della foresta,
illuminati a festa,
sono carichi di doni.
Crescono sulle siepi i panettoni,
i platani del viale
sono platani di Natale.
Perfino l’ortica,
non punge mica,
ma tiene su ogni foglia
un campanello d’argento
che si dondola al vento.
In piazza c’e’ il mercato dei balocchi.
Un mercato coi fiocchi,
ad ogni banco lasceresti gli occhi.
E non si paga niente, tutto gratis.
Osservi, scegli, prendi e te ne vai.
Anzi, anzi, il padrone
Ti fa l’inchino e dice: “Grazie assai,
torni ancora domani, per favore:
per me sarà un onore…” Che belle le vetrine senza vetri!
Senza vetri, s’intende,
così ciascuno prende
quello che più gli piace: e non si passa
mica alla cassa, perché
la cassa non c’è. Un bel Pianeta davvero
Anche se qualcuno insiste
A dire che non esiste…
Ebbene, se non esiste, esisterà:
che differenza fa?

 

Il Natale è una festa attesa soprattutto dai bambini. Per loro quel giorno è l’occasione per sognare, ammirando con stupore gli addobbi sfavillanti che illuminano le case e le strade della città.
Negli sguardi ingenui dei bimbi si riflette un Natale ideale, sentore di un’umanità realmente purificata e di un mondo senza differenze, dove ognuno venga apprezzato per quel che è e non per ciò che ha.
Se però una tale idea è destinata a rimanere utopia, che male c’è nell’immaginare che sia possibile una sua concretizzazione?

 

 

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