Protagonisti del racconto natalizio sono i giovani di Azione Cattolica e la Corale parrocchiale della Cattedrale. Lunedì e martedì, due serate per vivere il miracolo di Natale attraverso la voce dei protagonisti di duemila anni fa
La Redazione – Ad Alife va in scena L’Atteso, opera rock, dell’autore Daniele Ricci: il racconto della storia d’amore tra Giuseppe, il falegname di Nazaret, e una ragazza di nome Maria. E la nascita di un bambino atteso da millenni. L’atteso esplicita nel titolo il percorso narrativo che l’autore vuole evidenziare: il legame tra una storia d’amore di circa duemila anni fa e la storia dell’umanità intera.
A mettere in scena il miracolo del Natale, in Cattedrale nei giorni 29 e 30 dicembre, alle 21.00, sono i membri della schola cantorum e i giovani di Azione Cattolica, già fortemente applauditi qualche anno fa, quando proposero il musical Il Risorto, dello stesso autore.
Lo spettacolo è interamente musicale. Con tredici canzoni, più un prologo di narrazione e musica, si ripercorrono gli eventi che conducono alla nascita di Gesù fino ai suoi primi anni: il fidanzamento tra Giuseppe e Maria, l’annunciazione, l’incontro con Elisabetta, la nascita di Gesù a Betlemme, la presentazione al tempio, l’arrivo dei Magi. Il tutto in una chiave di lettura originale, tra indagine storica e sensibilità moderna.
Sono circa 40, tra coristi, attori e figuranti coloro che calcheranno la scena, alternando momenti di festa, tensione emotiva, gioia, stupore e soprattutto attesa, così come l’opera vuole suscitare attraverso la storia dei personaggi che da vicino, parteciparono al Natale e che conducono il credente – attraverso il linguaggio della musica moderna – ad un percorso di fede che dura tutto l’anno: “ll linguaggio rock dell’opera conduce attraverso tutto questo percorso fino al canto finale “Venite adoriamo” nella tensione ad esprimere un’emozione che non può certo circoscriversi a un solo periodo dell’anno: perché il Natale dell’Atteso – e il bisogno di adorare – sono realtà che riguardano ogni giorno della nostra vita” (Daniele Ricci).