Ancora una volta Dio sceglie “gli ultimi tra gli ultimi” per manifestarsi
Di Francesca Costantino – “C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge…”. Così inizia il Vangelo di Luca, narrandoci di un nuovo inaspettato annuncio dove, ancora una volta, emerge l’imprevedibilità come una costante della “personalità” di Dio. Ma chi erano, e chi sono, i pastori a cui è rivolta la profezia? Dal Seicento in avanti, nella maggior parte delle rappresentazioni artistiche, i pastori sono individuati come uomini rozzi, dalla pelle sudicia e dall’aspetto rustico. La miseria e la povertà non era la sola giustificazione a tale immagine. Erano, infatti considerati selvaggi, peccatori ed immorali, poiché spesso, a causa delle disagevoli ed isolate condizioni in cui il padrone li costringeva a vivere, commettevano ogni sorta di crimine, rubando e calunniando. Insomma, gli ultimi tra gli ultimi, si direbbe oggi, esclusi dalla società e da qualsiasi forma di convivenza civile. Eppure , sovvertendo ogni forma di regola umana, Dio li sceglie per manifestarsi. È presso il Museo di Capodimonte la tela che, con grande naturalezza e genuinità, racconta il momento sopra descritto. Risale agli anni Trenta del Seicento ed è anonimo l’autore che la realizza, probabilmente spagnolo o napoletano, intessuto di cultura caravaggesca.
I messaggeri sono due piccoli putti grassottelli, dall’aspetto più terreno che divino, e i destinatari quattro miseri e poveri pastori, dai volti rugosi, avvolti nei grezzi , sporchi e laceri mantelli, come è lurida la lana delle pecore che sorvegliano. Dalla pennellata ruvida e dal colore, terroso e densamente impastato, si percepisce la pesantezza e la fatica del loro lavoro, così come delle loro esistenze. Utilizzando il medesimo naturalismo, l’autore documenta le loro spontanee espressioni che seguono le divine parole. “Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia”- dichiara uno degli angeli e alla rivelazione segue la paura e lo sbigottimento, di chi, ad occhi sgranati, vorrebbe credere e, allo stesso tempo, avvertire chi, invece, indifferente ed ignaro, continua il greve sonno.