Il corpo senza vita di Giuseppe Cantile fu rinvenuto nella sua auto all’alba del 10 gennaio 2014. Concluse le indagini
Il 10 gennaio 2014, a Baia e Latina, nei pressi delle palazzine popolari, all’interno di una Fiat Bravo di colore nero venne rinvenuto il corpo senza vita, ferito a morte da colpi di arma da fuoco, di Giuseppe Cantile di 69 anni.
Le indagini svolte nell’immediato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta e della Compagnia di Capua, coordinati dalla DDA di Napoli, nelle persone dei Sostituti Procuratori Antonio D’Amato e Gloria Sanseverino, permisero di identificare gli autori del delitto ed eseguire un decreto di fermo del P.M. nei confronti di A. Pellegrino, classe 1957 di San Marcellino, affiliato al clan dei “casalesi”, all’epoca sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, e del figlio V. Pellegrino classe 1980.
A distanza di poco più di un anno dall’omicidio, in virtù delle inconfutabili prove e degli elementi di colpevolezza raccolti nei confronti dei due congiunti, il Gip Francesco De Falco Giannone del Tribunale di Napoli ha condannato con sentenza di primo grado A. Pellegrino all’ergastolo per omicidio ed associazione mafiosa, e il figlio V. Pellegrino alla pena di anni 2 e mesi 6 di reclusione per detenzione di arma da fuoco in concorso. (fonte comunicato Carabinieri)
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