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“Il vero peccato è il non amore”, così Susanna Tamaro a proposito de “I Promessi Sposi”

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La scrittrice, ospite di “Letture teologiche” promosse dalla diocesi di Roma, riprende il racconto della Monaca di Monza, insistendo sui turbamenti causati dalla fragilità umana, l’unica a porre gli individui sullo stesso livello

Agensir – “I Promessi Sposi è uno dei grandi romanzi classici che ci ha donato l’Ottocento”: lo ha detto la scrittrice Susanna Tamaro, intervenendo alla seconda serata delle “Letture teologiche” promosse dalla diocesi di Roma. Per la scrittrice, “il momento narrativo più alto, di drammatica e profonda verità umana, è il ‘romanzo nel romanzo’, vale a dire la storia della Monaca di Monza”. Mentre “il poderoso romanzo che lo circonda volge comunque verso la redenzione, questo episodio rimane come un pozzo nero, silenzioso, tetro che continua a turbarci con la sua irrisolta disperazione anche dopo aver chiuso il libro”. susanna tamaro
E allora, “se una lezione teologica c’è, in questa storia, è proprio quella che ci ricorda che non spetta a noi l’arma del giudizio, che non ci sono giusti per abito o per nomina perché tutti, ugualmente, compiamo uno straordinario numero di errori, chi prima, chi poi, chi avvedendosene e chi rimanendo ignaro, ma il respiro della fragilità umana è comunque sempre in noi e accanto a noi. Nel racconto della Monaca di Monza, ha concluso, è “racchiuso un grande monito a noi cristiani e, in fondo, a tutti gli esseri umani. L’unico vero peccato è il non amore, il non saper vedere, il non saper accogliere, il non riuscire a scorgere, nella fragilità dell’altro, la propria, e dunque ergersi a giudici, ad arbitri sempre pronti a scagliare condanne”.

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