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Piedimonte Matese. “Ma questa, è ancora la piccola Svizzera?” Sinistra Matesina accusa la politica locale

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Il gruppo Sinistra Matesina, rappresentato in consiglio comunale da Luigi Del Monaco, mette sotto accusa il silenzio del PD e della destra cittadina circa i recenti arresti avvenuti in città

piedimonte matese piazza romaLa Redazione – Il gruppo consiliare Sinistra Matesina interviene con severità sul recente caso che ha scosso la città di Piedimonte Matese in seguito all’arresto di Orlando Cesarini, Gabriele D’Antonio e Domenico Ferraiuolo, quest’ultimo segretario del locale Partito Democratico accusati per il momento di associazione per delinquere di tipo mafioso, corruzione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio.
Alla luce di quanto accaduto, i rappresentati del gruppo politico fanno notare come ancor prima di questi gravi fatti avessero chiesto l’adesione del  Comune di Piedimonte Matese alla Stazione Unica Appaltante “per evitare che anche a Piedimonte Matese, come è accaduto in altre città, potesse esserci un’infiltrazione camorristica sui progetti che la giunta si appresta a portare avanti. Come non detto arriva la batosta. Arrestato un ex amministratore del comune di Piedimonte Matese nonché segretario del PD del capoluogo matesino tant’è che l’azienda Odeia, posta sotto sequestro dalla magistratura, si appresta a realizzare il nuovo asilo comunale”.
Questa la cronaca degli ultimi giorni che ha ulteriormente fatto storcere il naso ad alcuni e acuito le perplessità di molti altri cittadini.
Nel recente comunicato diffuso da Sinistra Matesina, il gruppo giustifica il ritardo del proprio intervento sulla spinosa e delicata questione perché si era in attesa di posizioni ufficiali da parte del PD cittadino e quindi del sindaco Vincenzo Cappello, suo esponente politico. “Di certo – si legge nel comunicato – questo silenzio non ci sorprende. E’ lo stesso silenzio assordante con il quale è stata affrontata la vicenda dell’ing. Macchione (ex responsabile dell’area lavori pubblici del comune di Piedimonte) il quale non è stato sollevato dell’incarico dal sindaco dopo la condanna a 4 anni di reclusione in sentenza di primo grado, ma si è dimesso di suo spontanea volontà dopo le dichiarazioni di un pentito; come se le parole di quest’ultimo avessero più peso di una sentenza da parte dello Stato”.

Leggi il comunicato

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