Il progetto è stato attuato in diverse scuole elementari dell’Alto Casertano, coinvolgendo i piccoli scolari in una serie di attività ludico-didattiche
Giovanna Corsale – Il Gal Alto Casertano ha presentato, in una conferenza conclusiva, i risultati del suo progetto “Ri-facciamo merenda”, dedicato all’educazione alimentare e rivolto principalmente ai bambini delle scuole elementari del territorio.
Il progetto è alla sua seconda edizione dopo quella del 2005, rientra nel Piano di Sviluppo Locale “Alto Casertano – Giardino di Terra di Lavoro” finanziato dal PSR Campania ed ha coinvolto più di 600 bambini delle classi quarta e quinta elementari dei 48 comuni altocasertani, come precisato dal Coordinatore del GAl, Pietro Andrea Cappella, e dal Presidente Ercole De Cesare.
Gennaro Di Vincenzo, coordinatore dell’ATI Resource – Upstream, ha illustrato la dinamica delle sei merende-animazioni effettuate in diverse scuole, grazie alla collaborazione di animatori e validi esperti, finalizzate a guidare i bambini verso una corretta alimentazione basata sui cibi che occupano la “Piramide alimentare” dell’Alto Casertano. In questo modo, ai piccoli studenti sono stati indicati i principali prodotti enogastronomici locali di gran lunga preferibili per qualità e salubrità.
Nel corso del dibattito, moderato dalla giornalista Adele Consola, ha preso la parola la dottoressa Rossella D’Onofrio, responsabile del Settore Igiene della Nutrizione del SIAN – ASL Caserta, la quale, dopo alcune considerazioni sugli ottimi risultati raggiunti col progetto, ha esortato gli insegnanti, i dirigenti scolastici e gli amministratori presenti a proseguire su questa linea, cercando di scegliere sempre le produzioni delle aziende agricole del territorio.
Nell’intenzione di tradurre in realtà concreta gli obiettivi di Ri-facciamo merenda, il vicesindaco di Piedimonte Matese, Costantino Leuci, intervenuto al dibattito, ha avanzato la proposta di un tavolo tecnico permanente, cosicché fare una “buona merenda” diventi un’abitudine perseguita sia a scuola che in famiglia, principali luoghi propulsivi dell’educazione dei bambini.