Il vescovo Valentino Di Cerbo al Convegno della forania di Ailano: ancora un momento pubblico in cui Territorio e Chiesa si ascoltano e si chiedono sostegno reciproco
Chiesa e Territorio hanno più di qualcosa da dirsi, perché al centro dei progetti di ciascuno vi è l’uomo. Eppure non basta “parlarsi e raccontarsi”: ascoltarsi è il presupposto di ogni progetto che miri a costruire il bene comune nel nostro territorio. Si fonda su queste idee il Convegno che precede la Visita pastorale a ciascuna delle Foranie della Diocesi.
In esso non si racconta della storia di partiti politici o fazioni avverse, né di sacerdoti o di un vescovo o un gruppo di catechisti, ma la storia e l’esperienza degli uomini e delle donne in Alto Casertano.
Domenica 15 febbraio il Convegno In ascolto di Dio e del Territorio ha aperto la Visita pastorale alla forania di Ailano: un momento di formazione e di confronto sulle domande “cosa chiede la chiesa al territorio?”, e “cosa chiede il territorio alla Chiesa?”
Come avvenuto per i convegni precedenti, anche questo è stato preparato grazie al lavoro delle assemblee parrocchiali svolte alcune settimane fa: in forma ridotta rispetto all’esperienza di domenica, le comunità del territorio (sindaci, amministratori, cittadini e operatori pastorali), singolarmente, si sono interrogate sul presente e sul futuro delle parrocchie e della realtà civile, sui servizi, le strutture, il “da fare”
Ad orientare il convegno, gli interventi di Walter Marra, docente di matematica presso il Liceo Scientifico “Pietro Giannone” – sede di Caiazzo, già presidente diocesano di Azione Cattolica; e Daniele Cirioli, giornalista di ItaliaOggi, residente ad Alife con esperienza politica in amministrazione comunale. Entrambi hanno presentato i dati forniti dalle assemblee parrocchiali supportati dalla riflessione sui temi proposti.
La chiesa chiede al territorio un cambiamento di stile, ma in particolare chiede alla istituzioni di favorire occasioni che educhino i cittadini alla partecipazione, una maggiore umanizzazione dei servizi sociali, una gestione del territorio ispirata alla difesa dei diritti di tutti e alla solidarietà.
Il territorio chiede alla chiesa testimonianza, compartecipazione, sostegno e voce.
Sì, chiede voce, così come è emerso dagli interventi dei partecipanti; i sindaci e i rappresentanti delle Istituzioni chiedono sostegno nella lotta quotidiana contro una burocrazia che rallenta il procedere delle amministrazioni locali, contro norme che soffocano possibilità di autonome iniziative; chiede voce adesso che i piccoli comuni subiscono un vero e proprio processo di marginalizzazione rispetto alla politica dei grandi centri.
Letino e Valle Agricola, i due paesi di montagna toccati da questa visita pastorale vivono il disagio di ogni forma di isolamento, dai servizi sanitari a quelli amministrativi e le battaglie condotte fino ad ora, da sindaci e cittadini, non trovano eco.
Il richiamo di Walter Marra al documento conciliare Gaudium et Spes ha tradotto, in apertura del convegno, la disponibilità della Chiesa locale ad accogliere ogni tipo di disagio (e il Convegno è il segno concreto di questa volontà): “La ‘comunità dei discepoli di Gesù’, la chiesa, non solo “si sente realmente e intimamente solidale con il genere umano e con la sua storia, ma lo è. Non ci sono due storie, una ‘sacra’ e l’altra profana. La storia è una sola e in essa camminano sia la chiesa sia tutti gli uomini, con essa necessariamente solidali”.
Lo stesso richiamo alla solidarietà, imprescindibile in questo momento di crisi storica, è venuto dalla parole di Daniele Cirioli: “Non ci sono alternative: occorre fidarsi reciprocamente. La Chiesa del territorio (ed è scontato), ma anche il territorio deve fidarsi della Chiesa. Quasi si trattasse di stringere un patto – sarebbe meglio dire un’alleanza, per utilizzare un termine biblico – e così abbandonarsi l’uno all’altro, nella consapevolezza che insieme si cammina meglio, nel rispetto e piena autonomia dei propri ruoli”.
Sarà la Visita pastorale di Mons. Valentino Di Cerbo a portare nuovamente nelle parrocchie lo stimolo della discussione, del confronto, ma anche l’orientamento. È la fiducia nel Pastore che passa, e bussa, e viene ad ascoltare, a generare una nuova speranza: “La Chiesa nella sua azione educatrice – così Valentino Di Cerbo in conclusione – cosa può dare a questa terra che chiede sostegno, formazione, stimoli, aiuto? Può dare e portare Gesù Cristo e quindi proporre un nuovo stile di vita”, chiedendo ai cittadini di partecipare alla vita pubblica, ai credenti di non astrarsi dalla storia ma contribuire ad umanizzare la società. “La Visita pastorale servirà a chiederci: ho fatto tutto per realizzare il meglio di questo territorio?”