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Arlecchino e la stravaganza di Dio

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In fondo, siamo tutti dei matti…

Fonte Osservatore Romano – L’artista tedesco Sieger Köder, conosciuto come “il parroco pittore”, è morto lunedì 9 febbraio a Ellwagen, vicino Stoccarda, all’età di 90 anni. I suoi dipinti hanno arricchito molte chiese in Germania, Svizzera, Austria e italia. La sua pittura rivela la profondità del messaggio cristiano attraverso le metafore, e con una tecnica che ampio uso della luce e del colore.
koderL’arte di Köder risentì fortemente dell’esperienza maturata in guerra, durante il periodo nazista, e fu segnata dalla tragedia della Shoah.
tornato dalla guerra, cominciò a frequentare la scuola dell’Accademia dell’arte di Stoccarda, fino al 1951, e poi studiò filologia all’università di Tubinga. koder2Dopo aver insegnato arte per dodici anni, Köder intraprese gli studi teologici per il sacerdozio, venendo ordinato prete nel 1971.
Dal 1975 al 1995 fu parroco della parrocchia in Hohenberg-Rosenberg. Poi si ritirò a Ellwagen, dove continuo a dipingere. Oltre alle storie bibliche, uno dei motivi ricorrenti nella pittura di Köder è l’arlecchino, inteso come simbolo dell’irrazionalità, della libertà e del divertimento. Lo stesso artista soleva dire che in fondo “siamo tutti dei matti” e che un pò di Arlecchino abita in ciascuno di noi.
Fino a suggerire che in Arlecchino si specchia anche la “stravaganza” di Dio. Una tensione dunque alla spensieratezza e all’allegria tanto più rimarchevole in un uomo che con i propri occhi aveva visto gli indicibili orrori della Shoah.

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