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Alife / Matese. “Noi, il biodigestore della General Construction non lo vogliamo”. I sindaci si compattano

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Ieri sera ad Alife un’assemblea pubblica cui hanno preso parte  15 sindaci.
Cosa ne pensano gli studenti del territorio?

La Redazione – “Qui non vi vogliamo!”. L’intera città di Alife continua la sua battaglia contro l’installazione del biodigestore anaerobico della General Construction progettato per la zona Asi della città.
Negli ultimi 20 giorni si sono susseguite assemblee pubbliche e un consiglio comunale straordinario, fino all’incontro di ieri sera cui sono stati chiamati a partecipare i sindaci dei comuni limitrofi, il presidente del Parco Regionale, del Matese Umberto De Nicola e quello della Comunità Montana del Matese Fabrizio Pepe.
L’impianto fa paura: preoccupano le dimensioni, tali da poter smaltire 75mila tonnellate di organico all’anno, a fronte dei 90mila prodotti da tutta la provincia di Caserta; fa paura l’emergenza rifiuti che nella nostra Regione tiene continuamente con il fiato sospeso e la gestione di essa che rischia di fare dell’impianto alifano un’isola utile in caso di seria necessità.
Chi controllerebbe il carico di rifiuti che quotidianamente sarebbero condotti verso l’impianto?
Chi garantirebbe che i camion in direzione Alife, trasporterebbero solo organico?
E quale politico dietro il tentativo così insistente di realizzare il biodigestore?
Sono solo alcune delle domande che il sindaco di Alife Giuseppe Avecone e poi Gianfranco Di Caprio, esponente del gruppo di minoranza, e poi i sindaci presenti si sono posti (erano presenti i seguenti comuni: Ciorlano, Pratella, Pietravairano, San Potito Sannitico, Valle Agricola, Piedimonte Matese, Sant’Angelo d’Alife, Baia e Latina, Letino, Gallo Matese, Dragoni, Gioia Sannitica, Raviscanina).
Compatti nel dire no. Questo l’esito dell’incontro.
Alla qualità dei rifiuti destinati a tale impianto si aggiungono le preoccupazioni per le emissioni di polveri e gas: sarebbe poca cosa se si trattasse di un impianto più piccolo, ma così non è.
Per una terra come l’Alto Casertano che punta al rilancio dell’economia locale promuovendo e recuperando prodotti agroalimentari locali, sarebbe una forte e triste contraddizione lasciare che un simile impianto deturpi l’ambiente compromettendo l’intero ecosistema.
biodigestore alife_genral compostNessuno rivendica la “proprietà” della Terra, ma il dovere di custodirla si fa strada con vigore tra la popolazione, testimone di quello che è accaduto e continua ad accadere a pochi chilometri da qui, nella Terra dei fuochi, a maggior ragione se il ricordo del benessere economico locale di qualche decennio fa, si fa risalire proprio alla coltivazione di frutta e ortaggi “in casa”.
L’attivismo del Comitato per la tutela della salute e dell’ambiente che è nato ad Alife, unito ad un forte senso di partecipazione e democrazia è riuscito a contagiare diverse associazioni di Piedimonte Matese, che si sono dette pronte ad affiancare l’azione dei vicini alifani: ben presto partirà una congiunta campagna informativa tesa a sensibilizzare i cittadini di tutti i comuni del Matese (versante Piedimonte Matese).
Di certo sarebbe più forte il grido di protesta, se nello studio del caso e in una intelligente presa di coscienza vi fosse la voce dei tanti studenti del territorio; i giovani, proprio nell’incontro pubblico di ieri sera sono stati chiamati in causa, quali destinatari e fruitori di questo ambiente. Le numerose assemblee d’Istituto, sempre ben curate dai rappresentati degli studenti, troverebbero nel tema “biodigestore e dintorni” occasione di approfondimento concreto, perchè questo “concreto” riguarda la loro terra. E dal mondo giovane non mancherebbero proposte, riflessioni vicine ai bisogni e ai progetti futuri per questa terra.
Il prossimo passo da compiere sarà la stesura di un documento che verrà portato in tutti i Consigli comunali al fine di ufficializzare la posizione delle Amministrazioni locali sulla vicenda.

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