La riflessione tra arte e fede ci conduce finalmente a Cristo, dopo aver “incontrato” personaggi della Passione molto vicini al Figlio di Dio
Francesca Costantino – “La maggior parte degli uomini crede alla Risurrezione di Cristo ma sono molto pochi quella che la vedono chiaramente”. Queste parole appartengono ad un religioso e teologo, Simeone, vissuto in Oriente tra il X e l’XI secolo d.C. Le ho scelte perché raccontano, con lucidità, uno dei possibili limiti dell’essere uomo: il credere secondo ragione, il dare spiegazioni logiche e terrene ad un senso, una sostanza divina. Questo vincolo e ostacolo ha degli effetti di non poco conto: l’impossibilità di essere pienamente uomini liberi.
Con la Resurrezione, infatti, Gesù insegna il più essenziale tra i suoi precetti: la libertà di vivere autenticamente, eliminando le barriere che ci costringono ad essere solo “carne mortale”. Una delle metafore iconografiche più significative, a tal proposito, è proprio quella del sepolcro vuoto. Nella maggior parte delle descrizioni e della rappresentazioni artistiche, il luogo della sepoltura è aperto, liberato dal pesante masso che la occlude, e visibilmente privato del corpo mortale di Gesù. Tale scena, talvolta occupa l’intero spazio del quadro, in altri casi è convogliata alla zona inferiore, animata spesso da figure di soldati dormienti o che si destano improvvisamente dal riposo e torpore notturno, scossi da violento turbamento. Ad essi si offre, infatti, una visione: Gesù si libra in cielo, come accompagnato da una potentissima energia.
Il dipinto Resurrezione di Cristo di Giovanni Bellini è uno degli esempi più significativi di tale schema compositivo. La tavola, realizzata nel 1475, è una pala d’altare destinata alla cappella della famiglia Zorzi nella chiesa di San Michele in Isola (Venezia). Il pittore utilizza tutti gli elementi propri della tradizione: in primo piano, i soldati e il sepolcro vuoto, a rappresentare l’umanità sconvolta dalla rivelazione o indifferente ad essa; in secondo piano, un sereno panorama veneto a perdita d’occhio, in cui si inseriscono le pie donne che sopraggiungono alla sepoltura, a rappresentare i sentimenti cristiani di pietà ed amorevole carità ; nella parte alta dell’opera, la luminosa figura di Cristo Risorto, con lo stendardo e il drappo svolazzante, che, trionfante , si staglia sullo sfondo di un cielo d’alba rosato, invitando ad intraprendere un percorso nuovo, fatto di vita autentica e di libertà.