«Giovanotto siete stato veramente bravo». La settimana dopo il mio nome veniva annunciato sugli striscioni con caratteri alti mezzo metro. Mi sembrava di sognare!
La Redazione – «Al mio funerale sarà bello assai perché ci saranno parole, paroloni, elogi, mi scopriranno un grande attore: perché questo è un bellissimo paese, in cui però per venire riconosciuti qualcosa, bisogna morire».
Così Franca Faldini – attrice, scrittrice e giornalista – riferiva le parole del compagno Antonio De Curtis che immaginava con acuta ironia il momento del suo “trapasso”.
Nato a Napoli il 15 febbraio 1898, Totò è cresciuto nel rione sanità; da un mondo di miseria e poche certezze, il passo breve verso il successo grazie alla maschera che il suo viso incarnava.
Teatro, cinema, poesia, canzoni: sono i “luoghi” in cui si è saputo rappresentare egregiamente; il drammatico e il comico in lui hanno convissuto in maniera unica.
Fu Totò in persona a raccontare il suo esordio nel mondo del teatro, grazie alla possibilità offertagli da Giuseppe Jovinelli, l’impresario di Caiazzo, fondatore dell’omonimo teatro romano, oggi Ambra-Jovinelli, tornato allo splendore di un tempo dopo il recente restauro e divenuto nuovamente sede delle migliori rappresentazioni di cabaret.
Vi proponiamo il racconto dell’artista napoletano, scomparso il 15 aprile 1967, già pubblicato a novembre sul nostro magazine nelle pagine dedicate al caiatino Jovinelli e alla sua brillante carriera a firma di Michele Francipane (clicca sulla foto).