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Tempo di vacanze, tempo di conoscenza

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Con le vacanze estive ognuno dovrebbe approfittare per “stupirsi” di cose mai viste, arricchendo il proprio bagaglio conoscitivo

Bruno Cescon – L’Italia, questo è certo, si riposa. Il rito delle vacanze va verso il culmine della sua celebrazione di massa. In tempo di crisi le fabbriche concedono il pieno di ferie. Ma attenzione: neppure il Paese va tutto in vacanza, come darebbero a pensare gli ingorghi autostradali in agosto.
Un’indagine di qualche anno fa aveva scoperto che circa 3 milioni di nostri connazionali fingono di andare in ferie. E per fingere turista_clarusorganizzano una specie di sceneggiata, una messa in scena, tra il comico e il tragico. Sono quegli italiani che parlano di vacanza, si vantano delle ferie, ma non hanno i mezzi per farle. Annunciano agli amici la partenza, staccano il telefono, mettono la segreteria, oscurano le finestre, si procurano perfino le cartoline dei luoghi dove dovrebbero andare e se le fanno inviare da qualcuno. La vergogna genera il doloroso fenomeno dei vacanzieri per finta. Come se nelle coscienze si fosse depositato un obbligo sociale di partire. Una ossessione.
E purtroppo tutti questi sono costretti a patire mezzogiorno e sera, divi e divette, uomini famosi e politici, grandi industriali e calciatori, che popolano l’estate spesso volgar-chic, di cafoni arricchiti. Ma speriamo che non si verifichi anche in questa stagione di ripesa più sperata che realizzata.
Perché manca pure il buon gusto di starsene in disparte senza fare notizia quando vi è un Paese che soffre una perdurante crisi, che è insieme anche una crisi d’identità, che mette in dubbio perfino il genere delle persone.
Auguriamoci che non vada in onda un’estate “straciabattona”. Con il buon gusto in caduta libera e un florilegio di canottiere, pance e minicostumi.
Per fortuna vi è anche l’estate delle vacanze semplici. Quasi in ogni dove della nostra bella Italia si può finalmente gustare un tuffo in una spiaggia in-frequentata o il fresco della montagna. Non è assolutamente necessario che una cima, un colle s’affaccino sulla famosa Cortina dei vip. Importante è che sia ugualmente piacevole e degna di lunghe escursioni. Casomai lungo il cordone degli appennini scorre la possibilità di visitare non solo le grandi chiese o le grandi opere di architettura. Vi sono capitelli, chiesette ornate di dipinti, all’ombra di ampie chiome di alberi vetusti. Forse accanto vi sta anche un’antica osteria che un buon bicchiere, senza rischio per la patente, vi donerà un incipit di ebbrezza. Avrete la gioia del silenzio, perché il flusso turistico cerca il chiasso altrove.
Magari in un paesino piccolo piccolo come Monterchi, a circa 20 km da Arezzo, si può sostare in contemplata meraviglia, lasciandoci ammaliare dalla presa forte di uno stupore infinito, davanti alla Madonna del parto. A firma di Piero della Francesca. L’Italia è stupenda ovunque. È sempre una sorpresa anche quella vicina a casa tua. C’è anche un santuario che luccica di notte su un colle. Raggiungilo con la tua famiglia, dopo aver osato una preghiera spontanea, sarà un pic-nic di pace.
E per chi ha voglia di tirare un po’ tardi, di concedersi il fresco della sera fino a notte fonda, perché il giorno dopo non vi è l’obbligo del lavoro, abbondano anche le sagre. Che sono un buon frutto del volontariato sociale, capaci di aggregare e tenere insieme famiglie e paesi. Insomma si può fare i pendolari dei monti e pure del mare, del paesello come di una sagra senza portare alcun rossore di vergogna, perché non hai raggiunto Parigi, non sei volato a Londra, non sei schizzato ad Amsterdam. Anche vicino casa si possono fare delle vacanze di “conoscenza” da raccontare ai tanti distratti al rientro dalle ferie. Purtroppo vi sono persone che accumulano viaggi, vacanze; impoveriscono il portafoglio senza arricchire il cervello. L’obbligo del riposo non è l’ossessione delle vacanze.

fonte Agensir

 

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