Attesa per i quattro film italiani in corsa per il Leone d’Oro, speranze e sorprese previste in questa 72esima edizione della Mostra ai nastri di partenza
Se ci eravamo stupiti della massiccia presenza tricolore all’ultimo Festival di Cannes, dove però il trio Sorrentino-Moretti-Garrone è rimasto a secco di premi, colpisce ancora di più l’abbondante numero di pellicole di casa nostra selezionate alla 72esima Mostra del cinema di Venezia per la corsa al Leone d’Oro, l’ambito riconoscimento che l’Italia ha vinto l’ultima volta nel 2012 col “Sacro GRA” di Gianfranco Rosi. Quattro film in concorso per un poker che nei prossimi undici giorni di cinema – dal 2 al 12 settembre – oltre a portare con sé molte speranze, potrebbe riservare non poche sorprese, a cominciare dall’ultimo lavoro di Marco Bellocchio che torna al Lido di Venezia con “Sangue del mio sangue“, ispirato alle storie legate alle antiche prigioni di Bobbio, e in particolare alle vicende della monaca Benedetta, lì murata viva. Storia suggestiva di un passato che ritorna nel presente, carica di inquietudine e mistero, con Alba Rohrwacher e Roberto Herlitzka.
Giuseppe Gaudino porta invece al Lido un dramma familiare inserito in un contesto camorristico, “Per amor vostro“, dove Valeria Golino interpreta una madre di tre figli in cerca di riscatto dall’ambiente in cui vive, girato tra Napoli e Pozzuoli. “L’attesa” è il terzo film in concorso, diretto da Piero Messina, collaboratore del premio Oscar Paolo Sorrentino. Anche qui troviamo la storia di una madre, interpretata dalla bravissima Juliette Binoche, e il racconto del suo legame con la fidanzata del figlio.
Quarto ed ultimo italiano in concorso è Luca Guadagnino, che ritorna sullo schermo ancora una volta con un cast internazionale (Tilda Swinton, Dakota Johnson, Ralph Fiennes): “A bigger splash” è un thriller ma anche remake del film francese “La piscina” del 1969, con Alain Delon e Romy Schneider, ambientato tra Pantelleria, Scauri e la Tenuta Borgia.
L’attesa non sarà ovviamente tutta concentrata sui “nostri”, visto in concorso troviamo anche il polacco Jerzy Skolimowski (“11 minut“), apprezzatissimo da molta parte della critica; Amos Gitai con “Rabin, the last day“, e soprattutto il russo Aleksandr Sokurov, che solo pochi anni fa portò a casa il premio al miglior film con il magnifico “Faust“, e qui prova a fare il bis con “Francofonia“, racconto della storia della Francia attraverso il Louvre.
Molta curiosità suscita poi l’americano Cary Fukunaga, proveniente dal successo della serie True Detective, e in arrivo al Lido col suo “Beasts of no nation“, film sulla violenza in Africa con al centro giovanissimi guerrieri.
M.Menditto