Sacerdote aperto, saggio, disponibile, obbediente: così don Domenico La Cerra dalle parole del vescovo Valentino Di Cerbo
La Redazione – Sabato sera la comunità di Santa Maria Assunta si è stretta intorno a don Domenico La Cerra, parroco ad Alife per 13 anni, per il saluto al termine del suo mandato pastorale.
Una gremita Cattedrale ha vissuto con partecipazione ed emozione la celebrazione liturgica in cui non sono mancati interventi e parole di gratitudine per il lavoro e la dedizione con cui don Domenico si è speso negli ultimi anni.
Il presidente dell’Azione cattolica parrocchiale, Daniele Martino; la dirigente scolastica Annamaria Pascale; il sindaco Giuseppe Avecone; il segretario del consiglio Pstorale parrocchiale Aldo Amodeo: a quest’ultimo è toccato il saluto ufficiale, e il ricordo di questi lunghi 13 anni, seppur il rapporto tra la popolazione alifana e don Domenica risale a tempi più lontani, quando da giovane teologo della Diocesi, commentava il Vangelo durante la messa della domenica mattina: “Il vostro rapporto con la nostra comunità in realtà inizia già negli anni ’60, quando ogni domenica, alla messa della mattina con il Capitolo della Cattedrale, ci commentavate la parola nell’omelia in qualità di teologo della diocesi, o quando curavate il cammino formativo dei giovani come me attraverso i campi scuola diocesani. Durante questi tredici anni, succedendo al compianto don Pasquale Bisceglia, abbiamo stretto un rapporto ancora più saldo e intrapreso un nuovo cammino, un cammino di rinnovamento e di apertura conciliare”.
E proprio in merito alle novità conciliari, don Domenico è stato voce autorevole del bene e delle novità che il Concilio Vaticano II donava alla Chiesa, essendo stato anche partecipe – in qunato segretario dell’allora vescovo Raffeaele Pellecchia – delle sessioni di lavoro in cui erano coinvolti i padri conciliari.
Aldo Amodeo ha ricordato quegli aspetti della pastorale ai quali il parroco ha dato impulso e lancio: il consiglio pastorale e quello per gli affari economici; la liturgia, la catechesi e la preghiera; l’attenzione per il tempio e la pratica devozionale; la valorizzazione del laicato; i momenti di giovialità con i ragazzi e i giovani; l’attenzione per le famiglie seppur in un contesto e in un tempo storicamente difficile; e poi il maggiore impulso conferito alla Caritas parrocchiale.
Le ultime parole di saluto sono state quelle del vescovo, Valentino Di Cerbo, che ha ricordato il ruolo di protagonista che don Domenico ha avuto per la Diocesi alifana, prima, e per quella di Alife-Caiazzo dopo, indicando tra le sue migliori qualità – sempre messe al servizio della Chiesa locale – la disponibilità, l’obbedienza, la saggezza, l’apertura ai tempi sociali e teologici di questi anni.
La festa per don Domenico è proseguita all’esterno della Cattedrale, dove il Consiglio pastorale parrocchiale ha allestito un mmento di convivialità.