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Biogas Alife. Il biodigestore non rientra tra i piani della Regione per lo smaltimento rifiuti

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Mala interpretazione di una delibera regionale e si scatena di nuovo la polemica: biodigestore sì, biodigestore no…Il Comitato alifano tenta di fare chiarezza

La Redazione – Il Comitato Cittadino per la Tutela della Salute e dell’Ambiente ritorna a fare il punto sulla questione biodigestore nella zona Asi di Alife attraverso un’assemblea pubblica che si svolgerà – il Comitato si riserva di dare conferma – venerdì 18 settembre alle 21.00 presso la Sala Consiliare del Comune di Alife.
Dal Comitato precisano inoltre che è bene fare chiarezza sulle “libere interpretazioni” date alla delibera di Giunta Regionale n. 381 del 07/08/2015 che si è espressa in merito alla problematica “gestione dei rifiuti urbani in Campania”.
“Si continua a parlare da giorni, infatti, della Delibera di Giunta con la quale la Regione Campania ha ritenuto opportuno pronunciarsi con l’Unione Europea che ha giustamente messo sotto procedura d’infrazione la nostra Regione”.
Il documento è stato interpretato secondo diverse letture tanto da generare nei giorni scorsi nuova tensione sul caso di Alife, dove la popolazione si è schierata in maniera quasi totale contro il progetto della General Construction.
Il Comitato, analizzando la delibera, intende ora fare ulteriore chiarezza circa le sbagliate interpretazioni poco corrette che ne sono state fatte. In Regione – chiarisce il Comitato – non c’è bisogno di un ulteriore termovalorizzatore essendo più che sufficiente quello già esistente ad Acerra. E questo anche guardando i dati proiettati al 2019 (quando la differenziata dovrebbe raggiungere il 65% a fronte dell’attuale 49%). E ancora si evince che le ecoballe saranno trattate secondo un ben definito Piano, come si legge nell’allegato 4. In merito agli impianti di compostaggio risulta essere chiaro il bisogno di gestire l’umido ma altrettanto chiaro è quanto si dice a riguardo. Considerando che la frazione organica da raccolta differenziata stimata al 2019 risulta pari a circa 750.000 t/; e considerato che l’attuale potenzialità autorizzata è di circa 170.000 t/a, a cui vanno aggiunte ulteriori 55.000 t/a già autorizzate in questo periodo, ne deriva il bisogno di provvedere con la trasformazione delle altre circa 500.000 t/a con degli impianti pubblici che andranno ad affiancare gli STIR, quindi si tratta di impianti da realizzare in affiancamento agli STIR già esistenti.
Ad ogni modo è di fondamentale importanza ben comprendere quanto segue: “Nelle more di realizzazione dei suddetti impianti, la frazione organica selezionata dal rifiuto urbano sarà conferita presso impianti localizzati fuori Regione, dedicati alla produzione di energia mediante la digestione anaerobica e/o di compost di qualità”. Dunque precisato che si parla di “fuori Regione”, si evidenzia ancora di più come l’impianto pensato per Alife, che tra le altre cose è privato, sia una soluzione che attualmente non è prevista dal Piano, fermo restando che l’iniziativa dei privati è libera ma in questo contesto palesemente inopportuna.
Di fondamentale importanza la sintesi operativa del piano di Azione che precisa gli obiettivi:
1. incremento della raccolta differenziata fino al 65%;
2. finanziamento e realizzazione di impianti di trattamento aerobico della frazione organica a servizio di consorzi di Comuni;
3. identificazione di aree idonee.

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