Apis mellifera come bioindicatore di metalli pesanti e polveri sottili nelle zone dell’Alto Casertano, questo il titolo della tesi di Antonio Pisano e Alessio Gargaro
La Redazione – Il progetto CARA Terra desta interesse nell’ambiente universitario. Di recente, infatti, Antonio Pisano e Alessio Gargaro si sono laureati in Scienze e Tecnologie Alimentari presso l’Ateneo di Napoli “Federico II” discutendo una tesi sul meccanismo di biomonitoraggio in cui consiste CARA Terra, intitolata Apis mellifera come bioindicatore di metalli pesanti e polveri sottili nelle zone dell’Alto Casertano.
Ogni centralina di biomonitoraggio è composta da 2 alveari ognuno dei quali garantisce 10 milioni di microprelievi giornalieri di acqua, aria, suolo e vegetazione, coprendo una superficie di 7km2. Da ogni alveare è prelevato il materiale da esaminare alla ricerca dei principali inquinanti: metalli pesanti e polveri sottili. I produttori apistici del CoNaProA in questo modo intendono offrire un contributo costruttivo sul bio-monitoraggio ambientale, con due obiettivi di riferimento: dimostrare che il fenomeno dell’inquinamento è confinato in aree ben definite e non riguarda e non può riguardare l’intera produzione agroalimentare casertana e che la tradizione agroalimentare della provincia di Caserta è fiore all’occhiello dell’intero patrimonio italiano.
Il progetto ha ricevuto diversi apprezzamenti, da ultimo la vittoria all’edizione 2014 dell’Oscar Green”, il 14 novembre scorso.
Straordinario il ruolo ambientale delle api: esse sono in grado di fornire un consistente numero di dati, permettendo di rilevare le condizioni di salute dell’ambiente. La tecnica del biomonitoraggio vanta trent’anni di utilizzazione, affinandosi sempre più in questi anni.
Antonio e Alessio hanno scelto di confrontarsi con i criteri di CARA Terra, animati entrambi dal proposito di applicare quanto imparato in realtà produttive magari diverse da quella italiana.