L’albero a cui tendevi
La pargoletta mano,
Il verde melograno
Da’ bei vermigli fiori
Nel muto orto solingo
Rinverdì tutto or ora,
E giugno lo ristora
Di luce e di calor.
Tu fior de la mia pianta
Percossa e inaridita,
Tu de l’inutil vita
Estremo unico fior,
Sei ne la terra fredda,
Sei ne la terra negra;
Né il sol piú ti rallegra
Né ti risveglia amor
Una luce nuova risplende in quel giardino solitario,
dove tu, bambino, ti aggiravi spensierato, tra verdeggianti melograni e fiori vermigli.
Tu, prezioso fiore della mia vita, troppo presto mi hai lasciato,
per raggiungere la fredda terra, dove nulla può più scaldarti,
né il sole né l’amore
NEL RILEGGERE QUESTE POESIE TI SI APRE IL CUORE ALLA NOSTALGIA DELL’INFANZIA QUANDO NON SE NE COMPRENDEVA IL SIGNIFICATO PROFONDO PERCHE’ L’APPRENDIMENTO ERA MAGGIORMENTE MNEMONICO.
RILEGGERLE CON OCCHI DIVERSI RISVEGLIA NUOVI SENTIMENTI, PREGNI DI AMMIRAZIONE PER QUEI POETI TRISTI LA CUI GRANDE TRISTEZZA LI RENDE VERAMENTE GRANDI.