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Ad Alife, Mons. Valentino Di Cerbo: “Quanto conta Gesù Cristo nella nostra vita?”

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Nel giorno della dedicazione della Cattedrale la messa officiata dal vescovo Valentino con i fedeli e il clero della Diocesi di Alife-Caiazzo

La Redazione – “Noi non siamo un’agenzia del sacro: siamo molto di più”. Le parole di Mons. Valentino Di Cerbo hanno risuonato in Cattedrale, ad Alife, dove la comunità diocesana – fedeli e sacerdoti – si è riunita in occasione della dedicazione della Cattedrale che in Diocesi si ricorda ogni 14 ottobre.
La celebrazione è stata introdotta dalla liturgia che ha rievocato il rito di dedicazione di una chiesa cattedrale: alcuni membri della locale parrocchia (Santa Maria Assunta) hanno acceso dalle mani del Vescovo 12 lampade, tante quante le croci poste sui pilatri che separano le navate della chiesa, 12 come il numero degli apostoli, a simboleggiare la scelta dei credenti di essere fondamento della Chiesa.
In questa occasione, le letture bibliche e le parole del Vescovo hanno esortato i presenti a pensare l’identità della Chiesa locale: “Chiesa di Alife-Caiazzo, che posto occupa Gesù nella tua vita? Nel cuore dei sacerdoti, del vescovo, dei fedeli quanto risuona la parola di Cristo?”. Provocazioni forti che chiamano in causa la testimonianza quotidiana di tutti i battezzati. Un orientamento ha offerto Mons. Valentino Di Cerbo, una strada da percorrere, uno stile da assumere e in cui credere: “Far convergere il parlare (della gente) su Gesù. Spostare su di Lui la centralità delle nostre vite” in risposta alla domanda che egli stesso pone nel passo del vangelo di Matteo proclamato ieri: “La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?” e poi, nell’interrogare i suoi discepoli “e voi, chi dite che io sia”.
Un atto di fede, concreto. Questo chiede Cristo, a questo ha esortato il Vescovo.
E’ così che si realizza la Chiesa della misericordia che chiede Papa Francesco, la Chiesa in uscita, la Chiesa che prende su di se l’odore delle pecore: una chiesa di credenti, casa di misericordia, cuore pulsante dell’amore di Dio tra gli uomini che guarda gli uomini di questo tempo con la stessa simpatia di Dio, cioè con passione profonda.
Durante l’omelia anche uno spazio alle idee e alla programmazione pastorale di questo nuovo anno che muove dai grandi eventi che accompagnano la Chiesa: sinodo sulla famiglia, Convegno ecclesiale nazionale, Giubileo della Misericordia; tutte fonti “rigeneranti” di cui essere protagonisti su cui si innestano eventi ordinari e straordinari della Diocesi, primi fra tutti i centri di ascolto attivi in tutte le parrocchie in Avvento e Quaresima e la nuova Scuola per operatori pastorali.

 

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