Nessuno ricorda l’origine di questo rito, ma di sicuro ne parlano i nonni di oggi che a loro volta hanno ascoltato i racconti dai loro nonni
La Redazione – Ogni vigilia dell’Immacolata è avvolta dalla luce dei grandi falò che ardono davanti alle chiese, nei cortili, nelle campagne di Alvignano e Dragoni appena si fa buio. Un tempo la tradizione era più sentita, era occasione di grande festa e aggregazione soprattutto per coloro che a piccoli gruppi – nei giorni precedenti – facevano la spola tra il paese e i monti portando giù legna da ardere: ne nasceva una gara tra chi avrebbe fatto la luminera più alta.
Ad Alvignano, per alcuni anni la tradizione è sembrata non avere più risonanza; diversamente accade da cinque o sei anni grazie alla proposta delle parrocchie di “riaccendere” questo momento associando alla preghiera e alla riflessione sul “sacro fuoco” della vigilia, anche un piccolo momento conviviale. Le famiglie rispondono bene e intorno al grande falò ci sono davvero tutti a far memoria di un momento che introduce in maniera diversa alle feste natalizie.
Perchè la luminera?
Il rito del fuoco non impedisce di pensare che la sua origine risalga ad un’usanza pagana: durante il tempo delle semine, la letteratura e il mito ricordano di atti propiziatori in cui protagonista è il falò che arde per una divinità femminile a cui gli uomini affidano la custodia della terra.
Molte di queste usanze sono confluiti in maniera del tutto naturale negli aspetti più popolari della religione cristiana, in continuità con il bisogno dell’uomo di darsi dei segni che gli permettessero di interloquire con il divino.
A Dragoni i più anziani raccontano che la luminera rappresenta il fuoco che Maria accese per asciugare i panni di lino in cui avrebbe avvolto Gesù Bambino; altri raccontano del fuoco come fondamentale riferimento e guida nel cammino che accompagnò Maria e Giuseppe verso Betlemme; per altri ancora, e in maniera aggiornata rispetto alla tradizione più volgare, quel fuoco apre l’attesa di chi aspetta Gesù, vuole dire un primo segno di veglia nella notte per la venuta del figlio di Dio. Non a caso, sulle finestre delle case di Alvignano e Dragoni, proprio alla vigilia dell’Immacolata brillano tanti lumini, così come avverrà anche la notte di Natale.
Alla fine non ha poi tanta importanza chiedersi l’origine di questa usanza perchè l’esperienza ogni anno conferma il bisogno dell’uomo di un momento di raccoglimento e familiarità, di preghiera – anche distratta – che si legge nello sguardo curioso e compiaciuto che si perde tra le fiammate che guizzano verso il cielo, lasciando poi il posto al calore lungo della brace fino al mattino.
È un’anticipazione semplice e dolce della festa più grande e bella che è il Natale, e le comunità che si riuniscono intorno alla luminera sanno bene che essa non non morirà perchè appartiene, da sempre, alla vita di questi luoghi e porta con sé l’essenza di un Natale originale e per certi aspetti, unico.