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Giovanni Prati. Un giorno d’inverno

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Un giorno d’inverno

Sempre sul farsi della tacit’ora
Crepuscolar m’invade una tranquilla
Malinconia, che dolcemente irrora
Questi occhi del dolor che da lei stilla.
Guardo il foco morente, e m’innamora
Tenervi intenta e risa la pupilla,
lnsin che appena qualche brace ancora
Tra la commossa cenere scintilla.
Il crepitar di quella ultima vita,
L’ombra addensata e la cadente neve
Di piu cupa tristezza il cor mi serra.
E prorompoll dall’anima atterrita:
Mio Dio, che sogno è questo viver breve!
Mio Dio, che solitudine è la terra!

Quando si fa sera d’inverno, e a farmi compagnia c’è solo
la fiamma del camino quasi spenta, una malinconia mi prende.
Però, più guardo quel fuoco spegnersi e più ne rimango incantato.
È quella scintilla, così effimera, a meravigliarmi, perché
mi porta il mio pensiero sulla fugacità del vivere

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