Salutiamo il vecchio anno e quello nuovo con il segno di una bella testimonianza: Liberato Raccio dell’Associazione “Volontari Giacomo Gaglione” traccia in poche righe l’esperienza di amore di una famiglia riunita intorno a due persone disabili, accudite per lunghi anni da una sorella, Teresa, che ha scelto di accudire in forma esclusiva due bambini, poi giovani poi adulti finché le forze fisiche glielo hanno permesso. Teresa è ormai anziana e a lei si sono amorevolmente affiancati in tanti, seppur non distolga mai lo sguardo vigile e apprensivo dalle necessità dei fratelli, che dal giorno di Natale non sono più due ma uno solo.
Liberato Raccio – Ho avuto il privilegio di conoscere e frequentare la famiglia Buonpane da circa dieci anni, ossia da quando con altri volontari mi occupo di persone diversamente abili.
Per “famiglia Buonpane” non intendo un determinato nucleo familiare, ma un insieme di famiglie legate da vincoli di parentela, che costituiscono nel loro insieme un unicum, con al centro quella con due componenti eccezionali, Tonino e Carmine, entrambi diversamente abili.
ll giorno di Natale Tonino è ritornato alta casa del Padre. Più che visite, quelle che faccio a questa famiglia speciale in realtà sono pellegrinaggi, da cui ritorno arRicchito spiritualmente per quanto ogni volta posso constatare. Avendone fatto esperienza, ne dò testimonianza.
Ogni volta che mi reco in quella casa, ho l’impressione di entrare in un alveare, perché noto un andirivieni di parenti (ma non mancano amici e conoscenti), ognuno dei quali arriva con un obiettivo preciso: informarsi della situazione e mettersi a disposizione per il soddisfacimento di eventuali bisogni. (Quante volte ho visto il dottor Geppino Buonpane giungere con il casco da motociclista in mano, dopo i pesanti turni all’ospedale, probabilmente senza passare prima per casa sua!). Ho avuto modo di constatare che in caso di necessità improvvise, tutti accorrono e senza indugio fanno a gara per affrontare e risolvere i problemi, nel silenzio e nel nascondimento, come è nello stile di questa famiglia. Tutto ciò è sorprendente in questo tempo in cui “è intollerobile investire in valori non quototi in borsa, come la carità e il sacrificio” (Eric Hude).
ll tutto si svolge sotto l’attenta regia della signora Teresa, al cui occhio sempre vigile nulla sfugge. È la prova vivente che “l’amore che fa economia non è vero amore…” che la misura del’amore è amare senza misura, che la maternità spirituale è identica, se non superiore, a quella biologica.
Tutte queste persone straordinarie non parlano di vangelo: consapevolmente o meno, lo attuano puntualmente; consapevolmente o inconsapevolmente, come San Camillo De Lellis, considerano i malati le pupille e il cuore di Dio.
Piedimonte Matese nasconde tesori di fede, che sarebbe opportuno scoprire per apprendere l’arte di rendere la vita utile e santa.