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Dalla Diocesi torna l’invito per i genitori, “occupiamoci meglio di noi stessi, dei figli e delle nostre parrocchie”

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Fino a maggio in molte parrocchie di Alife-Caiazzo momenti di spiritualità e accompagnamento psicologico. A Liberi, nella comunità di 1140 abitanti, la risposta è stata entusiasmante

diocesi alife-caiazzo_Don Vittorio Marra
A Liberi le famiglie insieme anche per il pranzo

La Redazione – L’educazione delle giovani generazioni tanto sponsorizzata dagli adulti di questo tempo passa attraverso la formazione dei genitori,  e dalla loro consapevolezza di essere per i figli dei solidi punti di riferimento, nella vita quotidiana e in quella di fede. E dal momento che entrambe non viaggiano separate, ancor più delicata è la funzione del genitore testimone.
Per la Diocesi di Alife-Caiazzo questa complessa quanto concreta definizione sta diventando prassi consolidata nella pastorale di quelle parrocchie che vivendo  il progetto diocesano “Accogliere la religione, far crescere la fede” hanno deciso di iniziare l’itinerario per i genitori della durata di due anni, nel tempo in cui accompagnano il proprio figlio al sacramento della comunione.
Il percorso, partito 3 anni fa, seppur con qualche battuta d’arresto e la fatica di comprendere l’idea di un nuovo e rivoluzionario progetto formativo per le famiglie, oggi si rivela l’unico canale di dialogo tra genitori e parrocchia: attraverso un’équipe di 10 animatori la Diocesi ha messo a disposizione dei parroci persone e strumenti per qualificare nel miglior modo la formazione di numerose coppie troppo spesso lontane dalla fede e dalla famiglia parrocchiale.
Ecco alcune delle parrocchie che in questo momento vivono l’esperienza: San Michele (Alife); Alvignano; Sepicciano, San Potito Sannitico, Caiazzo, Baia e Latina, Prata Sannita, Pratella, Liberi.
Ed è proprio quest’ultima parrocchia, guidata da don Vittorio Marra, sorprende per la risposta e il numero di partecipanti: domenica scorsa, sono stati 52 (tra genitori e bambini) i presenti all’incontro tenuto da Cinzia Brandi e Concetta Lombardi dell’équipe diocesana. Sono numeri che sorprendono perché parliamo di una parrocchia di piccole dimensione dove la percentuale delle presenza in simili momenti aggregativi (stando all’esperienza di tutte le altre parrocchie della Diocesi) dovrebbe essere nettamente inferiore eppure da queste parti non è la prima volta che accade.
Se incide la forma comunicativa scelta dalla Parrocchia? Può darsi.
Se conta il ridotto numero di abitanti catalizzato facilmente intorno alle attività proposte? Anche.
Eppure parliamo di una parrocchia frammentata in 5 borgate, separate tra loro non solo da distanze geografiche ma anche da tradizioni, abitudini e scontri secolari.
Domenica e in altre recenti occasioni (come la visita pastorale di Mons. Di Cerbo) non è andata così.
Se qualcosa sta cambiando?
Forse. E noi ci crediamo, perché quando gli pare, trova il modo di manifestarsi scegliendo “gli ultimi” e servendosi degli uomini compie i suoi miracoli quotidiani.
Questa grazia per la Chiesa di Alife-Caiazzo è un passo nella direzione del Vangelo.

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