La cronaca.
Bastano pochi minuti per mostrare allo spettatore il meglio di Piedimonte Matese?
Certo che no, tuttavia la minuta sintesi delle telecamere del Tg Itinerante del TgR Campania e la voce di Pasquale Piscitelli sono serviti a mostrare alcuni angoli e luoghi significativi della “città dell’acqua“: i palazzi e Palazzo Ducale, le fontane, il Museo Civico Raffaele Marrocco, il lavoro degli alunni dell’Istituto Alberghiero e Agrario, il trekking e le escursioni d’alta quota, la cappella di San Biagio, il complesso di San Tommaso d’Aquino, il monastero di Santa Maria Occorrevole, la centrale Enel e l’impianto sciistico di Bocca della Selva.
Ieri mattina da Piazza De Benedictis, al ritmo di musica e balli popolari, sono intervenuti la direttrice del Museo Civico Raffaella Martino, il presidente del Club Alpino Ugo Iannitti e il Sindaco della città Vincenzo Cappello. Da ciascuno l’invito a visitare ed incontrare questo luogo, scrigno di storia e tesori d’arte: simbolicamente a rappresentare il passato della città l’ormai noto Corridore del Cila, statuetta bronzea custodita al Museo Civico, riprodotta ad altezza d’uomo e collocata nella piazza appena citata.
“Ci auguriamo che la corsa di questo corridore termini qui a Piedimonte Matese – ha spiegato la direttrice Martino – dal momento che esso ci è in prestito dal Museo Archeologico campano”, lasciando affiorare la volontà di conservare in loco – e Piedimonte ha tutte le carte in regola per poterlo fare – pezzi preziosi di storia, patrimonio simbolico di riferimento.
Agli alunni degli Istituti professionali accompagnati dal prof. Antonio Caracciolo dell’Alberghiero e dal dirigente Nicolino Lombardi dell’Agrario, la possibilità di mostrare l’arte della cucina e della produzione agricola che avviene sul territorio (Lombardi ha fatto riferimento alla complessa azienda agricola dell’Istituto) con maestria e professionalità.
Non è la prima volta che il Tg Itinerante fa tappa in Alto Casertano mostrando alla Campania una cartolina davvero invidiabile, vanto per molti cittadini, associazioni e amministratori locali, soprattutto quando da far vedere ci sono i frutti di fatiche e di lavoro di squadra tesi a migliorare il posto in cui si vive.
La Riflessione.
Quando torneranno le telecamere per dare voce al moribondo Palazzo Ducale, vanto della Piedimonte storica al tempo della casa regnante Borbone?
Quando torneranno le telecamere per approfondire sulla grave condizione che vive l’Istituto Agrario che la Provincia di Caserta non ha deciso (in passato) e a stento decide di riqualificare?
E gli inesistenti impianti sciistici di Bocca della Selva? Troppi anni e troppe amministrazioni a parlare del tentativo di recuperare e riqualificare.
Sono poche domande a cui potrebbero seguirne altre, molto simili, racchiudendo provocazioni di più vario genere.
Mentre andava in scena “il meglio di Piedimonte” davanti alle telecamere, a distanza di pochi metri si raccoglievano firme per una petizione da inviare alla Provincia al fine di conoscere i progetti (passati) e futuri su Palazzo Ducale ormai pericolante: iniziativa partita dal basso, grazie all’iniziativa di cittadini e associazioni che hanno a cuore anche gli angoli più tristi della loro città. Lo stesso Palazzo passato velocemente nel servizio televisivo a ragione del suo significativo valore storico.
Ai microfoni di Piscitelli abbiamo ascoltato dalla voce del Dirigente scolastico Lombardi dei “130 anni di storia dell’Istituto Agrario” e del recupero di antiche qualità di grano, e di una straordinaria quanto unica – in provincia di Caserta – azienda agricola annessa alla scuola: beh… parliamo proprio dell’Istituto ubicato in un palazzo cinquecentesco da cui i Borboni fecero nascere la Regia Scuola Agraria e che oggi versa in condizioni strutturali davvero disastrose costringendo alunni e professori a traslochi e difficoltosi spostamenti continui dalle aule ai laboratori, condizionando lo svolgimento delle lezioni.
Limiti che rischiano (o forse già lo sono) di diventare uno status quo, una condizione caratteristica solo per risultare meglio identificabili quali “paesi di provincia”, paesi ai margini geografici.
La promozione del territorio, e al Tg di ieri se ne rende merito, rischia di non fornire più argomenti se si continuerà di questo passo, se il meglio che abbiamo rischia di sgretolarsi – nelle strutture e nei progetti – sotto i nostri occhi.