Ieri celebrazione e adorazione nell’Ospedale Agp di Piedimonte Matese assieme al vescovo Valentino DI Cerbo
di Anna Rita Zulla | “Siate portatori di Misericordia”. E’ stato questo il messaggio lasciato, ieri pomeriggio nell’Ospedale civile di Piedimonte Matese, dal Vescovo Valentino Di Cerbo durante la celebrazione eucaristica. “Oggi, giorno della Madonna di Lourdes dedicato ai sofferenti nell’anima e nel corpo, vorrei che tutti voi usciste da questa celebrazione rinnovati e pieni di misericordia. Perché la misericordia è sì una grazia per chi la riceve, ma lo è ancora di più per chi la dà”.
Non è certo passata inosservata, nel presidio ospedaliero matesino, nemmeno quest’anno, la ricorrenza della Giornata del Malato che sempre l’11 di febbraio, data dedicata all’apparizione della Beata Vergine di Lourdes, viene degnamente festeggiata nella struttura sanitaria, divenendo pertanto, specie per i pazienti, momento di vera grazia e di grande beatitudine.
In tanti quindi, nel pomeriggio, hanno preso parte ai vari momenti religiosi che si sono susseguiti a partire dalle 15. Quindi prima la Messa, celebrata dal vescovo Di Cerbo insieme ai sacerdoti don Andrea De Vico e don Eusebio Swiderek, nonché cappellano dell’ospedale e molto vicino alla realtà di sofferenza e di dolore che quotidianamente si vive nell’ambiente dell’ospedale.
“Oggi, così come voluto dal Papa – ha continuato il Vescovo durante l’omelia – preghiamo in particolare per gli operatori sanitari, per il personale medico, e per quanti lavorano a contatto con malati, bisognosi oltre che di cure anche d’affetto, di speranza, di consolazione. Siate come balsamo per loro, alleviate con dolcezza le loro pene. Se riuscite a far sorridere chi avete di fronte, avete già vinto”.
Presenti al bellissimo appuntamento, come sempre, anche le volontarie e i volontari AVO, attivi da tanto nel presidio ospedaliero, persone semplici e piene di cuore che col sorriso quotidianamente affiancano con una parola di conforto o una stretta di mano quanti si trovano a vivere la triste e non semplice realtà della malattia.
Alla celebrazione liturgica è seguito poi un momento di adorazione, una preghiera di lode e di ringraziamento al Signore, al quale per intercessione di Maria si è potuto affidare i pensieri, le preoccupazioni, le tristezze, le speranze. A Maria, mamma celeste e madre di tutti, ci si è affidati totalmente e ci si continuerà ad affidare sempre, bisognosi del Suo sguardo d’amore e di pace, di conforto e di sollievo nei momenti d’angoscia. Luce che accompagna le vite di quanti a Lei continuamente ricorrono e si rialzano, riempiti di spirito e di gioia. E poi insieme, in processione, si è accompagnato Gesù sacramentato portato dal Vescovo e dai sacerdoti nelle camere dei pazienti, nei vari reparti dell’ospedale. In chirurgia, in medicina, in pediatria, in ginecologia, in ortopedia ed anche in rianimazione: la potenza del Signore è passata a benedire tutti, a toccare i cuori affranti e le piaghe di anziani, di bambini, di partorienti; insomma di chi mai è dimenticato da Gesù, il Consolatore, il Pane di vita, dove sempre, incessantemente, si trova la felicità.
La Giornata del Malato ha voluto essere proprio questo: un grido di speranza, un incitamento all’abbandono totale a Dio, senza riserve e senza dubbi, senza se, senza ma, proprio come fece Maria, che disse: “Fate quello che vi dirà”. E’ solo così, incamminandoci con questo animo e senza pesi sul cuore e nella vita, che potremo finalmente percorrere la strada della salvezza, una strada segnata da una vita che si dona totalmente per amore, una vita che si perde, che si spezza per donarsi, per moltiplicarsi fino a sfamare tutti, fino a riempire ceste di avanzi. Umili e bambini davanti al Signore e figli di un’unica madre che abbraccia e consola, calma le ansie, le paure e a tutti dice: “Siate l’abbraccio materno misericordioso di Dio!”